(ASI) Roma - "Se si dovesse arrivare al referendum sull'euro, che considero una extrema ratio, è chiaro che voterei per l'uscita dell'Italia, perché significherebbe che l'Europa non ci ha ascoltato", queste le dichiarazioni del candidato premier del M5s, Luigi Di Maio a L’aria che tira, su La7 precisando però che l'allontanamento dell’Italia da Bruxelles "non è una scelta pragmatica e non ideologica.
Il Movimento al governo porterà in Europa un pacchetto di proposte sensate e condivise anche da altre nazioni europee. Proposte che solo a parole i governi precedenti hanno portato avanti visto che non hanno ottenuto alcun risultato". Sulle alleanze il candidato del M5s è chiaro: "Via dal vocabolario la parola alleanze", "La nostra idea è di presentare la nostra squadra di governo prima delle elezioni, la sera delle elezioni fare un appello a tutte le forze politiche per metterci insieme sui temi e non sugli scambi di poltrone. Quindi sia chiaro, eliminiamo dal vocabolario le parole alleanza o coalizioni".
Immediata la replica di Renzi come di consueto tramite Twitter: “Stavolta Di Maio ha fatto chiarezza, bisogna ammetterlo: lui voterebbe per l’uscita dall’Euro. Io dico invece che sarebbe una follia per l’economia italiana”.
Sempre su Twitter arriva anche l’intervento di Maurizio Lupi, capogruppo di Ap: «Di Maio ha avuto il pregio della chiarezza: vuole uscire dall’euro. Con altrettanta chiarezza va detto che non si può affidare l’Italia a chi avanza proposte economicamente folli per le famiglie italiane».
Per Fassina, deputato di SI esponente di LeU, la soluzione dettata da Di Maio appare impossibile: “Caro Di Maio, sull’euro, il referendum consultivo è impraticabile per evidenti ragioni pratiche: la fuga di capitali dall’Italia e l’impennata degli spreads sui nostri titoli di Stato al solo annuncio di volerlo celebrare. Quindi per poter votare, sin dalle prime voci di voler procedere, sarebbe necessario bloccare i movimenti di capitali - ha aggiunto Fassina - razionare accesso ai depositi bancari, rinviare emissione di Titoli di Stato e spese pubbliche. Il M5S oggi in doppiopetto, per non perdere la faccia rispetto ai racconti disinvolti della fase descamisada, rinvia al popolo. Questa volta però non funziona”.
Edoardo Desiderio – Agenzia Stampa Italia