Immigrazione, ecco il piano di ANCI e Governo sull'accoglienza diffusa

Presentato a Terni dall’associazione dei Comuni dell’Umbria insieme ai dati del fenomeno. Si pone l’obiettivo di ripartizione equa e sostenibile dei migranti tra i comuni italiani

anciumbria(ASI) Umbria – Distribuire e accogliere i migranti, in maniera ‘equa e sostenibile’, su tutti gli 8mila comuni italiani, compresi i 92 umbri. È questo, in sintesi, l’obiettivo del Piano nazionale di riparto dei migranti, che prevede l’adesione volontaria da parte dei Comuni, lanciato d’intesa da Ministero dell’interno e Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) e presentato a Terni, lunedì 6 febbraio, nel corso del convegno ‘Accoglienza diffusa modello di governance locale’. All’incontro, che si è tenuto nella sede della Provincia, sono intervenuti Giulio Cherubini, coordinatore della Consulta immigrazione di Anci Umbria, Francesco De Rebotti, presidente di Anci Umbria e sindaco di Narni, Matteo Biffoni, delegato Immigrazione e politiche per l’integrazione di Anci, e Riccardo Ducci, responsabile dei progetti Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) Umbria. Presenti anche i prefetti di Perugia Raffaele Cannizzaro e Terni Angela Pagliuca. “Il piano – ha spiegato De Rebotti – prevede novità importanti come la parametrazione del numero di accoglienze sul territorio rispetto alla densità demografica dei vari comuni, con quote certe e fisse che non cambieranno nel tempo. I Comuni che vi aderiranno otterranno vantaggi economici e formali da parte del Governo, mentre ci saranno penalizzazioni per gli altri. L’accoglienza, infatti, se diffusa sui territori, rappresenta sicuramente un peso minore per tutti”. Ma l’accordo non si limita solamente a stabilire il criterio della proporzionalità nella ripartizione dei migranti. “Noi – ha sottolineato De Rebotti – abbiamo già sperimentato buone pratiche contenute adesso nel Piano come l’impiego dei nostri ‘ospiti’ in progetti di piccola manutenzione e decoro urbano. Con questo accordo le cose saranno molto più chiare, precise e vantaggiose per tutti”. “C’è bisogno di organizzazione – ha affermato Biffoni – e di un ‘patto di ferro’ tra prefetti e Comuni. Per far fronte all’emergenza, sono assolutamente necessari una linearità nei rapporti, numeri precisi, risorse economiche e la possibilità di organizzare progetti di accoglienza con operatori seri e strutturati”.

Nel corso dell’incontro, a cui hanno preso parte numerosi soggetti coinvolti nel Piano, sono stati forniti i dati dell’accoglienza in Umbria, con la provincia di Perugia che ospita 2.365 immigrati, 240 con i progetti Sprar e gli altri 2.125 in centri di assistenza temporanea, e quella di Terni che ne ospita 819, di cui 204 con il sistema Sprar e 615 in strutture temporanee. Nella regione, progetti Sprar sono stati attivati da 11 Comuni (Perugia, Gubbio, Panicale, Foligno, Todi-Marsciano, Castel Ritaldi, Spoleto, Massa Martana, Terni, Montefranco e Narni) e interessano 444 persone di cui 29 minori non accompagnati e 11 con disagio mentale o disabilità. “L’obiettivo – ha ricordati De Rebotti – è di trasformare tutta l’accoglienza in Sprar. Questo sistema, infatti, prevede convenzioni ben precise e con una durata e, soprattutto, riesce a integrare le persone e a non lasciarle sole. È, senza dubbio, una risposta più efficiente alla situazione emergenziale che c’è adesso”. “Grazie al Piano – ha affermato il prefetto Cannizzaro – riusciremo a ripartire tra più soggetti, e in maniera più sostenibile, un carico che oggettivamente può essere pesante. L’Umbria ha retto splendidamente all’emergenza di questi anni grazie al suo sistema di ospitalità diffusa e ciò ha consentito di conservare i territori da ogni impatto negativo. Bisogna proseguire su questo percorso vincente, superare qualche perplessità ed estenderlo”.

 
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