Sembra essere dunque questa la nuova linea di azione adottata dagli avvocati di fronte all'imminente introduzione di questo nuovo istituto giuridico. «A differenza di chi, tra noi, è arrivato persino a cambiare nome alla mediazione civile al fine di ridicolizzarla, ma ottenendo soltanto di far sembrare ridicola l'intera categoria», spiegano i professionisti, «le nostre sono tutte proposte realistiche e fattibili; soprattutto, sono le sole ad essere coerenti con gli scopi che il Governo intende perseguire e quindi quelle dotate della maggiore probabilità di successo».
In pratica, ciò che gli avvocati chiedono è, da un lato, una maggiore professionalità per la figura del mediatore civile; dall'altro, dei meccanismi giuridici che permettano ai mediatori-avvocati di assistere una delle parti nell'eventuale successivo giudizio che dovesse istaurarsi a causa dell'insuccesso della mediazione dovuto all'altra parte.
«Potremmo anche essere favorevoli ad accettare ulteriori strumenti di controllo e sanzione dei mediatori poco imparziali», concludono gli avvocati, «ma non siamo assolutamente disposti a tollerare che un compito così importante possa essere svolto da chi non abbia almeno una laurea in giurisprudenza o in economia».
Di fronte alle moltissime iniziative, spesso discutibili, messe in piedi dai vari appartenenti alla categoria forense, sicuramente quella elaborata da questo gruppo di professionisti sembra essere la soluzione che meglio riesce ad avvicinare gli interessi pubblici a quelli privati.
Vedremo ora se rimarrà una debole voce dispersa nella bufera delle polemiche esistenti o se saprà trasformarsi in qualcosa di concreto e utile per tutti.