(ASI) Valuteremo con attenzione e senso di responsabilità il testo, e per quanto riguarda Forza Italia ci batteremo nelle Commissioni perché i pareri di competenza propongano modifiche più coraggiose.
E’ pretestuoso, come ha fatto il presidente del Consiglio, evocare l’eccesso di delega quando le relative norme sono aperte ad una gamma di soluzioni molto ampia. La verità è che Renzi si limita a sfidare solo a parole la sinistra del Pd e la Cgil. Il passo in avanti è molto modesto e riguarda soltanto il licenziamento economico, che, come tutti sanno riveste un significato marginale dal momento che le aziende da sempre risolvono il problema degli esuberi attraverso le procedure previste per i licenziamenti collettivi. Il problema vero riguardava e continua a riguardare i licenziamenti disciplinari a fronte di una giurisprudenza esageratamente “buonista”. Sono troppo ampi gli ambiti di discrezionalità che rimangono ai giudici, praticamente gli stessi già previsti nella legge Fornero. L’opting out sarebbe stata una soluzione equilibrata, ma sarebbe stata necessaria una determinazione che il governo e la maggioranza hanno solo a parole.
Sempre sulla riforma del Lavoro si sono espressi altri deputati di Forza Italia. Vi portiamo le dichiarazioni di: Santanchè, Capezzone e Carfagna.
Jobs Act, Santanchè: "Renzi ci ha regalato il Jobs-pacco"
Per Natale Renzi ha regalato agli italiani il Jobs-pacco. Aspettavamo il governo alla prova dei fatti e, come temevamo, nei decreti attuativi non ha avuto il coraggio di andare fino in fondo, a iniziare dall’articolo 18. Insomma, la lobby Cgil-minoranza Pd è ancora capace di dettare l’agenda a Renzi, che fa finta di smarcarsi da diktat e ricatti per poi cascarci dentro con tutti e due i piedi. Ci auguriamo che a gennaio, per il bene del Paese e la realizzazione delle riforme, Renzi possa liberarsi da questo giogo.
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Jobs Act, Capezzone: “Renzi tira a campare e non rischia”
Un jobs act così rinunciatario, dopo una lunga e dura battaglia (di parole) con Cgil e sinistra Pd, mostra che Renzi ha scelto di tirare a campare, non di rischiare. Non si cambia verso, e non è la volta buona. Il governo Renzi appare come l’ultimo dei vecchi governi, non come il primo dei nuovi.
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Jobs Act, Carfagna: “Investitori guardano contenuti non titoli”
Il presidente del Consiglio a forza di frequentare una stampa accondiscendente deve essersi illuso che per convincere gli investitori internazionali basti qualche frasetta ad effetto. Non è così. Gli investitori, per fortuna loro e sfortuna nostra, non scelgono le leggi in base al titolo, ma al contenuto. E se si è detto loro che il Jobs Act rappresentava l’occasione per la sinistra di superare la cultura anti-impresa, nei fatti si è optato per un compromesso al ribasso che espone le aziende a troppe incertezze. Ancora una volta, purtroppo, la via del compromesso con i potentati della sinistra ha avuto la migliore. Peccato che a pagare il prezzo di questa pace tutta interna all’area dem debba essere un Paese che ha bisogno di più riforme e meno chiacchiere!
Redazione Agenzia Stampa Italia