(ASI) Dopo le dichiarazioni di Sergio Marchionne in cui prevedeva una fusione tra Fiat e Chrysler con sede negli Usa, è Antonio Di Pietro, leader dell'Idv, a parlare.
"L'ipotesi di unire Fiat e Chrysler in una nuova società con sede a Detroit avanzata da Marchionne- afferma Di Pietro- costituirebbe una gravissima operazione di depauperamento industriale per il nostro Paese. La Fiat continua a vivere di denaro pubblico e risorse finanziarie italiane, ma a differenza del passato, li sta utilizzando per spostare la testa dell'azienda in Usa e la produzione nei paesi low cost. Marchionne però ha ragione quando afferma che in Italia si fa troppa politica: lui ne è la dimostrazione più evidente. Da due anni, infatti, fa propaganda, sbandierando 20 miliardi di investimenti da effettuare nel nostro Paese. Ma, ad oggi, la Fiat ha annunciato che investirà un miliardo a Mirafiori e 700 milioni a Pomigliano. Quindi, mancano all'appello 18 miliardi e 300 milioni". "Tutto questo - prosegue - mentre Termini Imerese sta per chiudere, a Mirafiori e Pomigliano gli operai sono in cassintegrazione e Melfi lavora al 60 per cento". "Alle inaccettabili parole di Marchionne - conclude Di Pietro - si aggiunge poi l'incapacità del governo italiano che ha fatto da zerbino alla Fiat e addirittura ha costruito un sistema di relazioni industriali, sfasciando la Confindustria e i sindacati, pur di assecondare un'azienda che ha deciso, da tempo, di abbandonare il Paese".