Gli evasori crescono, nonostante le campagne pubblicitarie pagate fior di quattrini, e il perché risiede in almeno un paio di fattori:
- la pressione fiscale ha raggiunto livelli intollerabili;
- chi per negligenza o errori non è in pari con i versamenti delle imposte ha paura dell’autodenuncia, il terrore delle ganasce e delle ipoteche vince sulla voglia di essere in regola;
- in Italia, come nel mondo, esistono i disonesti;
- molti italiani, non sono in grado di pagare quanto dovuto;
L’attuale sistema tributario è stato appiattito sull’idea che sia il cittadino (o l’impresa) a dover dimostrare di non essere un bandito. Un pregiudizio che mina il rapporto Stato-cittadini. Ecco perchè serve un patto. “Un “patto” per sconfiggere l’evasione fiscale e per facilitare chi paga, di fronte alla grave situazione economica che vive il Paese. Bisogna evitare che la “questione fiscale” alimenti quelle tendenze anti Stato che rischiano di allontanare sempre di più i cittadini dalle istituzioni e portano le imprese a emigrare verso nazioni con sistemi fiscali meno costosi e con regole più’ semplici”. La guerra va fermata. Servono vie di uscita, dando realmente la possibilità di compensare crediti vantati dallo Stato con i debiti tributari, la riforma della giustizia tributaria che costituisce una priorità non rinviabile, “la semplificazione normativa, la determinazione del reddito in maniera analitica, una vera progressività delle imposte, una giusta tassazione delle rendite finanziarie e patrimoniali, l’estensione del tutoraggio per tutti i contribuenti da parte dell’Agenzia delle Entrate. Queste sono alcune delle questioni che poniamo a Renzi per tutelare chi produce e lavora”. Chiediamo una risposta e aspettiamo quanto prima d'incontrarlo.
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