(ASI) Nell'antivigilia di Natale giungono notizie poco positive da Xi'an, "capitale culturale" della Cina, finita in lockdown per la comparsa di nuovi casi Covid nei test nucleici condotti sui circa 13 milioni di abitanti dell'area metropolitana, di cui 8 milioni entro la cinta urbana.
Tuttavia, nessun particolare allarme, specie se raffrontato ai ben più elevati numeri europei. Sono appena 127, infatti, i cittadini positivi rilevati in questa seconda fase di screening: una fortissima prudenza concentrata a livello locale (singole città o addirittura singoli blocchi di quartieri), cui le autorità hanno ormai abituato da un anno e mezzo la popolazione proprio per impedire che possa ricrearsi una moltiplicazione esponenziale dei contagi, come accaduto a gennaio 2020 a Wuhan, quando il SARS-CoV-2 fu per la prima volta identificato e sequenziato.
D'altronde le peculiarità della Cina, dove molte città sono caratterizzate da un'elevata densità demografica, inducono i governi locali alla massima attenzione per tenere sotto controllo ogni potenziale recrudescenza del virus. A questo deve aggiungersi l'approssimarsi delle Olimpiadi Invernali, in programma tra il 4 e il 20 febbraio prossimi a Pechino e nelle vicine strutture della Contea di Yanqing e della città di Zhangjiakou, cui faranno seguito le Paralimpiadi di categoria dal 4 al 13 marzo successivi.
Il vice primo ministro Han Zheng, per l'occasione nominato direttore del gruppo dirigente di supervisione dei lavori preparatori all'evento, è stato molto chiaro lo scorso 14 dicembre, quando ha ispezionato le diverse strutture destinate ad ospitare gli atleti e le delegazioni da tutto il mondo. Secondo Han, citato da Xinhua, la pandemia rappresenta una prova impegnativa per gli organizzatori, imponendo a chiunque di restare vigile per l'intero periodo dell'evento sportivo e seguire strettamente le misure anti-Covid.
Gli atleti coinvolti saranno circa 3.000 nelle 109 gare delle Olimpiadi e 736 nelle 78 competizioni delle Paralimpiadi. Ormai è certa la presenza di tutti i qualificati, che potranno regolarmente gareggiare con le proprie bandiere nazionali. Il boicottaggio diplomatico annunciato da Stati Uniti, Regno Unito, Australia e Canada, pur tra polemiche e scontate reazioni da parte di Pechino, non impedirà infatti alle rispettive delegazioni di prendere parte ad un evento per il quale forte è la legittima ambizione sportiva, serrata è la preparazione individuale e molti sono gli sponsor e le emittenti al seguito. Malgrado tutto, insomma, sembrano davvero molto lontani i tempi della Guerra Fredda.
Dopo quasi due anni di pandemia, i Giochi Invernali di Pechino sono chiamati a suggellare una ripresa che ha sin qui riportato il Paese a registrare ritmi di crescita superiori ai livelli pre-Covid, ma che è costretta ancora a muoversi tra non pochi fattori di incertezza, come dimostra il lockdown di Xi'an in questi giorni.
Stando al focus di fine anno pubblicato ieri da Xinhua, tre casi in particolare mettono in evidenza la proiezione dell'economia cinese nei prossimi anni: la realizzazione di un'area-pilota dimostrativa a Shenzhen, metropoli fulcro dell'innovazione tecnologica nella provincia meridionale del Guangdong; la costruzione di un nuovo porto franco nella provincia insulare meridionale di Hainan; e la trasformazione del distretto di Pudong (Shanghai) in un'area pionieristica per quella che viene definita «modernizzazione socialista».
Secondo l'ormai consueto approccio "dal basso verso l'alto", queste aree del Paese, già strutturalmente avanzate e innovative, stanno sperimentando nuovi regolamenti ed iter procedurali pensati per semplificare l'accesso al mercato e i rapporti con la pubblica amministrazione. Le linee-guida in materia, pubblicate lo scorso luglio, rilevano che Pudong metterà in pratica un sistema-pilota di registrazione delle imprese e un sistema di garanzia per l'ingresso nel mercato. Se le novità introdotte si dimostreranno efficaci nel tempo, il governo potrebbe estenderle ad altre zone economiche speciali [anche di diversa tipologia] se non all'intero Paese.
Con l'avvio del suo secondo mandato nel marzo 2018, Xi Jinping aveva indicato la necessità di accelerare la riforma strutturale dell'offerta, avviata nel 2015. Malgrado la pandemia, gli obiettivi di fondo non sono cambiati: la semplificazione, la defiscalizzazione e l'innovazione costituiscono tutt'oggi tre principi fondamentali attraverso cui la leadership intende conferire al mercato un ruolo decisivo nel processo di allocazione delle risorse, come per altro già indicato nel novembre 2013, durante il terzo plenum del 18° Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese.
Questa visione si è più recentemente estesa anche all'allocazione dei fattori di produzione, ivi inclusi terreni, forza-lavoro e capitali. Ad aprile 2020, il Comitato Centrale e il Consiglio di Stato hanno pubblicato nuove linee-guida a questo riguardo, con lo scopo di facilitare ulteriormente il «flusso libero e ordinato dei fattori e stimolare la vitalità del mercato».
Le direttrici da seguire a tutti i livelli chiamano in causa l'approfondimento delle riforme e dell'apertura, la rimozione delle barriere istituzionali, il perseguimento di un sviluppo di alta qualità e la costruzione di un sistema economico modernizzato. In particolare, le linee-guida fanno riferimento ai nuovi passi da compiere nella riforma del sistema di espropriazione dei terreni rurali, nell'adeguamento delle politiche sull'utilizzo industriale dei terreni e nell'ottimizzazione del meccanismo di gestione dei terreni.
Per quanto riguarda la forza-lavoro, le misure segnalate come necessarie coinvolgono l'avanzamento delle riforme relative al sistema di registrazione anagrafica, l'eguaglianza in materia giuslavoristica tra lavoratori delle aree urbane e lavoratori delle aree rurali nonché il rafforzamento della formazione professionale.
Spazio anche ai diritti di proprietà intellettuale (IPR), che necessitano - sempre secondo le valutazioni fornite nella primavera dell'anno scorso - di una migliore protezione ed applicazione, oltre al sostegno della commercializzazione di IPR indipendenti in ambiti quali le nuove apparecchiature e i nuovi materiali strategici. Gli sforzi richiesti al governo centrale e alle autorità locali coprono, più estesamente, tutti i settori emergenti, le aziende e i modelli d'impresa dell'economia digitale, allo scopo di favorire l'utilizzo delle più recenti tecnologie dei dati in aree come l'agricoltura, la manifattura, i trasporti, l'istruzione e la gestione urbana.
Andrea Fais - Agenzia Stampa Italia