(ASI) Sale, di ora in ora, la tensione tra l’ Ucraina e la Russia a causa dell’ occupazione del Donbass, tramite l’ appoggio dei soldati di Vladimir Putin alle milizie locali, in corso dal 2014.
Fonti del posto hanno riportato che numerose truppe di Kiev si stanno ammassando al confine, rendendo concreta la possibilità di una escalation tra le parti. Gli scontri, mai cessati del tutto in realtà da quasi sei anni, si stanno intensificando in queste ore e rischiano di riprendere su larga scala. Le probabilità di una situazione fuori controllo, che genererebbe ulteriori divergenze all’ interno della comunità internazionale, aumentano soprattutto dopo la recente visita della delegazione della Nato a Kiev finalizzata a integrare, sempre di più, il governo nell’ Alleanza Atlantica. C’è stata pure una importante riunione inoltre, due giorni fa del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale, volta a varare una strategia apposita per porre fine all'occupazione del Cremlino nella Crimea. C’è la volontà forte dunque di reintegrare la penisola con la violenza. Lo ha lasciato intendere, su Twitter, il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba .
"Il segnale è chiarissimo – ha evidenziato il numero uno del dicastero sul social network -: non chiediamo solo al mondo di aiutarci a restituire” l’ area in questione. Abbiamo varato tre pilastri impostati sulla strategia per cacciare le truppe dello Zar dall’ area che ci appartiene, per consolidare il sostegno di tutti i partner per il raggiungimento di tale fine e per intensificare la sinergia che ha come scopo il ripristino del diritto internazionale.
"Abbiamo fermato i tentativi” di dividerci tramite la propaganda e la disinformazione, bloccando “le attività di individui che ritenevano normale realizzare affari nei territori temporaneamente occupati”. Lo ha dichiarato, in un videomessaggio divulgato dagli organi di informazione, il presidente Volodymyr Zelensky.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia