(ASI) Parigi – Emmanuel Macron è il nuovo Presidente della Repubblica francese con il 65,08% dei voti contro il 34,2% dei voti di Marine Le Pen: questo è quanto hanno decretato le urne. Il 25° Presidente della Repubblica francese nella serata di ieri è arrivato a Parigi con destinazione la piazza del Louvre, per tenere il suo primo discorso da neo-Presidente ai militanti di “En Marche!” (In Marcia!) che lo attendevano per festeggiare il suo trionfo nel voto. Il candidato filo-Unione Europea è stato accolto sulle note della nona sinfonia di Beethoven, l'inno alla gioia, che è anche l'inno europeo e non dalla Marsigliese, l’inno nazionale francese.
«Stasera la Francia ha vinto»: così ha esordito Emmanuel Macron davanti all’enorme folla riunitasi al Louvre. «Voglio esprimere – ha proseguito – un pensiero per Marine Le Pen, non fischiate, hanno espresso, una rabbia e una collera, va ascoltata...», aggiungendo «Farò di tutto affinché nei prossimi anni non ci sia nessun motivo per votare per gli estremi». «La Francia e il mondo si aspettano da noi la difesa dello spirito dei Lumi, ovunque». «Vi servirò in nome del nostro motto: Libertà, Eguaglianza, Fraternità, vi servirò sulla base della fiducia che mi avete attribuito, vi servirò con amore, viva la Repubblica, viva la Francia», concludendo così Macron il suo discorso.
All’Agence France-Presse, la principale agenzia di stampa della Francia, Macron ha dichiarato «Difenderò l'Europa, la comunanza di destini che si sono dati i nostri popoli». «Ricostruirò il legame tra l'Europa e i popoli che la compongono, tra l'Europa e i suoi cittadini».
Marin Le Pen a Parigi nella sala dello Chalet du Lac, il quartier generale del Front National (Fronte Nazionale), quando ormai i dati erano chiari ha dichiarato a tutti i militanti frontisti convenuti «Ho telefonato a Macron per congratularmi. Gli ho fatto gli auguri per le immense sfide che si troverà di fronte». «I francesi – continuando la leader nazionalista – hanno scelto la continuità». La Pen ha poi dichiarato l’importanza del grande risultato del FN. «Per noi è un risultato storico», un risultato che «pone il fronte patriottico come prima forza d'opposizione». «Voglio rassicurare i francesi che hanno scelto di darmi il loro voto. Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno seguito e hanno fatto una scelta coraggiosa e fondamentale», ha aggiunto. «Voglio ringraziare gli 11 milioni di francesi che mi hanno accordato la loro fiducia». «Lavorerò per raccogliere ancora più persone tra coloro che vogliono scegliere la Francia» ha aggiunto Marine. E di fronte i militanti, che nonostante la sconfitta, cantavano la Marsigliese sventolando il tricolore francese, la leader del Fronte Nazionale ha dichiarato l’intenzione di aprire un nuovo percorso per il partito della Fiamma Tricolore. «Voglio proporre una trasformazione profonda del movimento: una nuova forza politica è più che mai necessaria per il futuro del nostro Paese». Aggiungendo che il risultato di queste elezioni sposta la separazione politica non più tra destra e sinistra ma tra «veri patrioti e mondialisti». Inoltre, proprio sulla scia delle dichiarazioni della leader sul nuovo corso del partito, alle televisioni il numero due del FN, Florian Philippot, ha detto che il partito dovrà cambiare anche il nome.
Di una cosa hanno ragione entrambi i candidati e su cui si trovano a concordare, che queste elezioni sono storiche. Non solo esse decretano la morte della “Quinta Repubblica” francese, con la fine dell’infinito alternarsi a due tra gollisti e socialisti. Queste elezioni sanciscono definitivamente il ritorno sulla scena politica di primo piano del Nazionalismo. Ora le forze che si rifanno alla sacralità della Nazione, all’identità del popolo, all’indipendenza dello Stato da altre forze sovra-statali, al predominio della politica sull’economia, hanno lanciato la loro “sfida alle stelle”: tornare al governo delle Nazioni.
Certo la signora Le Pen ha perso, ma in queste elezioni è caduta la sicurezza che le forze nazionaliste fossero solo dei “residui del passato”; che il populismo di marca nazionalista fosse solo un grande fumo pronto a scomparire al primo vento. È caduto l’eterna divisione tra destra e sinistra, facendo spazio a quella nuova che giustamente La Pen ha indicato tra “patrioti e mondialisti”. Ma, soprattutto, è caduto il cliché della demonizzazione del candidato nazionalista, e questo l’ha dimostrato – volente o nolente – proprio Macron nel discorso, sopra riportato, che ha tenuto nella piazza del Louvre. Dove il candidato filo-UE rivolgendosi alla sconfitta Le Pen, non ha asserito parole cariche di denigrazione, ma ha reso tutti gli onori ad un avversario da considerarsi legittimo e portatore di un voce popolare ormai importante in Francia.
Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia