(ASI) Sulla pagina Facebook creata dalla giornalista iraniana Masih Alinejad, esule a Londra, pare che moltissime donne Iraniane, sfidando le autorità religiose del Paese, hanno postato fotografie di se stesse senza il velo ( l’Hijab ).
Sembra allargarsi sempre di più la protesta delle donne Iraniane che sono stanche di dovere subire la limitazione che vede il velo obbligatorio. Più che una conquista dei diritti sembra, come l'onda verde, una manovra anglo-israelo-saudita per screditare l’immagine dell’Iran a livello internazionale. E' notorio che la Repubblica Islamica dell’Iran porta rispetto e considera le donne secondo una tradizione islamico-sciita più tollerante e innovatrice in confronto a quanto accade nelle monarchie del golfo, storicamente alleate di Washington , Londra e dell’occidente. Paesi del golfo di tradizione sunnita dove per la donna è obbligatoria la velatura integrale. Ma in quegli Stati, considerati amici dell’occidente, non abbiamo visto nessuna presenza delle Ong e né quella delle organizzazioni internazionali femminili. Così come non c'è traccia delle loro iniziative atte a denunciare le discriminazioni sessuale a cui le donne sono soggette e a chiedere maggiore libertà per la donna. Semplice dimenticanza? Mossa ad effetto di propaganda per combattere ed indebilire mediaticamente il nemico? In pratica chi governa il mondo non solo economicamente, per convenienza, giudica le situazioni usando una doppia morale e secondo criteri etici totalmente diversi. Per cui, in questo caso l’Islam buono si differenzia da quello cattivo dalla messe d’affari che stringe con le potenze e le multinazionali occidentali. Visti i fatti, abbiamo imparato a diffidare molto delle varie rivoluzioni colorate, dietro le quali si celano sempre spregiervoli interessi particolari. Meditate gente meditate...
Niger September - Agenzia Stampa Italia