/ASI) Roma – "La Segreteria Regionale della Democrazia Cristiana esprime indignazione per il gravissimo provvedimento con cui il Comune di Ravenna, con atto prot. n. 0084719/2025, ha revocato arbitrariamente l’autorizzazione già concessa per l’occupazione temporanea del suolo pubblico in Piazza Duomo, dove si sarebbe svolta un’attività legittima di raccolta firme promossa dal nostro partito.
Siamo di fronte a un atto di censura politica travestita da burocrazia adottato senza alcuna comunicazione preliminare, in violazione dei più basilari diritti di partecipazione democratica e dei principi di trasparenza amministrativa. Il Comune ha parlato di 'urgenze', ma ciò che traspare è solo L’urgenza di mettere a tacere una voce fuori dal coro.
Si citano atti amministrativi del 2011, mai allegati, mai accessibili. Si nega ogni possibilità di interlocuzione, mediazione o semplice confronto. È l’ennesima prova che **certe amministrazioni locali non tollerano la pluralità democratica, specialmente quando si tratta della Democrazia Cristiana.
Siamo tornati alla guerra fredda dei campanili, versione 2.0. Ma con una differenza: *Peppone oggi è rimasto da solo*, senza l’ironia, la saggezza e il cuore di Don Camillo. E mentre i nuovi “compagni di municipio” fanno i censori da tastiera, noi rivendichiamo il diritto di stare tra la gente, in piazza, con la nostra bandiera, le nostre firme e le nostre idee.
La Segreteria dell' Emilia Romagna della Democrazia Cristiana chiede l’immediata revoca del provvedimento e la piena reintegrazione dell’autorizzazione PG 76660/2025, riservandosi di agire in sede legale per il risarcimento dei danni materiali e morali.
La DC non si fa mettere all’angolo.
La libertà non si cancella con un provvedimento d’ufficio.
La democrazia non si zittisce con una PEC." Così dichiara la nota della Segreteria Regionale della Democrazia Cristiana dell'Emilia Romagna