Alta Velocità a spese dei Pendolari. Oltre 40 minuti di ritardo per far passare le “Frecce”.

29695534 2397772526906986 1683289374358608923 n(ASI) Continua il potenziamento dell’offerta di Trenitalia in materia di Alta Velocità. Mentre la principale azienda italiana nel campo del trasporto ferroviario continua a puntare sulle varie Frecce, i pendolari soffrono. Il tutto accade sulla linea direttissima tra Roma e Firenze.

Intercity: luci e ombre di Trenitalia

Malgrado il recente passato abbia dimostrato l’insostituibile funzione dei treni a lunga percorrenza (Intercity ed Intercity Notte), ed il forte gradimento da parte dell’utenza abbia costretto Trenitalia a rivedere i suoi piani per il futuro, ridando nuova linfa ed energie ai suddetti treni; è la stessa azienda a contraddirsi. Così, mentre da un lato si assiste alla rinascita dei treni intercity con nuovi standard di servizio e materiale ammodernato, dall’altro lato capita che per far passare quanti più treni Alta Velocità possibili gli intercity vengano ridotti a regionali o poco più.

  

Questo accade quando è necessario far recuperare un ritardo, o impedire la cancellazione di un treno Alta Velocità. In tal frangente le necessità commerciali, d’immagine e marketing, vanno sovente a cozzare con i limiti della fisica. Siccome lo spazio occupato da un treno non può essere occupato contemporaneamente da un altro convoglio, ecco che Trenitalia ha la soluzione al dilemma: sbattere fuori dalla linea veloce il primo treno non Alta Velocità, oppure cancellarlo proprio.

La fantasiosa procedura “d’emergenza” tra l’altro non prevede avvisi in tempo utile per i passeggeri. Ecco dunque che i passeggeri si ritrovano senza un mezzo per tornare a casa, oppure si ritrovano ad affrontare viaggi di durata doppia.

Tali procedure di Trenitalia per favorire l’Alta Velocità, unite a scelte di natura economica e strategica, sono peraltro estremamente simili a quelle che pochi mesi fa hanno dato inizio alla rivolta dei pendolari francesi contro le proprie ferrovie, pioniere dell’alta velocità in Europa.

Il comunicato del Comitato Pendolari

A tal proposito, in merito cioè ai disagi giornalieri dei viaggiatori della direttissima Roma – Firenze, riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato stampa del Comitato Pendolari Roma – Firenze, facente parte del Coordinamento Comitati Pendolari umbro.

«Lasciate ogni speranza voi che pendolate!». In questo commento sul gruppo Facebook del Comitato pendolari Roma-Firenze sta la sintesi della giornata di ieri e delle ultime settimane.

Ieri sera i pendolari delle stazioni di Orvieto e Chiusi, quelli usciti da lavoro per prendere l'IC 598 delle 18.12 da Roma Termini, poi cancellato prima della partenza, e quelli del treno EN 294 delle 18.58 sono arrivati a Orvieto e Chiusi rispettivamente alle 21.35 e alle 22.03.

Tre ore e mezza o quattro per rincasare da lavoro. E non si tratta purtroppo di un'eccezione.

Nelle ultime settimane si va sempre più aggravando la situazione dei treni in uscita da Roma nel pomeriggio. I disagi, i ritardi, anche clamorosi, come quelli di ieri sera, i guasti, i dirottamenti in linea lenta (che comportano ogni volta un aumento del tempo di percorrenza di minimo 40 minuti) sono all'ordine del giorno.

Gli utenti delle stazioni di Orvieto e Chiusi, i territori dell'orvietano e della bassa Val di Chiana stanno subendo un disservizio grave e inaccettabile. Per i pendolari, ovvero cittadini che con grande tenacia, è il caso di dire a questo punto, e amore per le proprie città hanno scelto di restare o venire qui, di fare qui la propria vita (quanti in futuro continueranno a fare questa scelta?) e per i turisti, per chi viene in visita, per chi si aspetta di poter arrivare e partire in treno: ieri sera alle 20 c'era un'intera gita di persone al binario 1 della stazione di Orvieto, in attesa di un treno che sarebbe arrivato più di un'ora e mezza dopo.

Con grande preoccupazione osserviamo il continuo aumentare di tracce AV sulla Roma-Firenze, senza che sia messa in campo - così ci sembra - una più complessiva e organica riflessione su un utilizzo più razionale della linea Direttissima e del tratto Settebagni-Orte in particolare, che è sempre più sovraccarico di treni.

La Direttissima - lo ricordiamo - non è una linea dedicata all'Alta Velocità, per il banale motivo che non vi è una linea alternativa in grado di garantire in modo dignitoso ed efficiente il diritto alla mobilità dei nostri territori.

Agli amministratori di comuni e regioni chiediamo innanzitutto di sostenere con noi questo diritto, che non sta, lo abbiamo detto tante volte, nell'ottenere "la freccia" per la propria stazione - un fatto senz'altro importante ma che non risolve certo il tema della mobilità - ma nel garantire ai cittadini un collegamento affidabile ed efficiente.

Alexandru Rares Cenusa – Agenzia Stampa Italia

(ASI) Continua il potenziamento dell’offerta di Trenitalia in materia di Alta Velocità. Mentre la principale azienda italiana nel campo del trasporto ferroviario continua a puntare sulle varie Frecce, i pendolari soffrono. Il tutto accade sulla linea direttissima tra Roma e Firenze.

Intercity: luci e ombre di Trenitalia

Malgrado il recente passato abbia dimostrato l’insostituibile funzione dei treni a lunga percorrenza (Intercity ed Intercity Notte), ed il forte gradimento da parte dell’utenza abbia costretto Trenitalia a rivedere i suoi piani per il futuro, ridando nuova linfa ed energie ai suddetti treni; è la stessa azienda a contraddirsi. Così, mentre da un lato si assiste alla rinascita dei treni intercity con nuovi standard di servizio e materiale ammodernato, dall’altro lato capita che per far passare quanti più treni Alta Velocità possibili gli intercity vengano ridotti a regionali o poco più.

  

Questo accade quando è necessario far recuperare un ritardo, o impedire la cancellazione di un treno Alta Velocità. In tal frangente le necessità commerciali, d’immagine e marketing, vanno sovente a cozzare con i limiti della fisica. Siccome lo spazio occupato da un treno non può essere occupato contemporaneamente da un altro convoglio, ecco che Trenitalia ha la soluzione al dilemma: sbattere fuori dalla linea veloce il primo treno non Alta Velocità, oppure cancellarlo proprio.

La fantasiosa procedura “d’emergenza” tra l’altro non prevede avvisi in tempo utile per i passeggeri. Ecco dunque che i passeggeri si ritrovano senza un mezzo per tornare a casa, oppure si ritrovano ad affrontare viaggi di durata doppia.

Tali procedure di Trenitalia per favorire l’Alta Velocità, unite a scelte di natura economica e strategica, sono peraltro estremamente simili a quelle che pochi mesi fa hanno dato inizio alla rivolta dei pendolari francesi contro le proprie ferrovie, pioniere dell’alta velocità in Europa.

Il comunicato del Comitato Pendolari

A tal proposito, in merito cioè ai disagi giornalieri dei viaggiatori della direttissima Roma – Firenze, riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato stampa del Comitato Pendolari Roma – Firenze, facente parte del Coordinamento Comitati Pendolari umbro.

«Lasciate ogni speranza voi che pendolate!». In questo commento sul gruppo Facebook del Comitato pendolari Roma-Firenze sta la sintesi della giornata di ieri e delle ultime settimane.

Ieri sera i pendolari delle stazioni di Orvieto e Chiusi, quelli usciti da lavoro per prendere l'IC 598 delle 18.12 da Roma Termini, poi cancellato prima della partenza, e quelli del treno EN 294 delle 18.58 sono arrivati a Orvieto e Chiusi rispettivamente alle 21.35 e alle 22.03.

Tre ore e mezza o quattro per rincasare da lavoro. E non si tratta purtroppo di un'eccezione.

Nelle ultime settimane si va sempre più aggravando la situazione dei treni in uscita da Roma nel pomeriggio. I disagi, i ritardi, anche clamorosi, come quelli di ieri sera, i guasti, i dirottamenti in linea lenta (che comportano ogni volta un aumento del tempo di percorrenza di minimo 40 minuti) sono all'ordine del giorno.

Gli utenti delle stazioni di Orvieto e Chiusi, i territori dell'orvietano e della bassa Val di Chiana stanno subendo un disservizio grave e inaccettabile. Per i pendolari, ovvero cittadini che con grande tenacia, è il caso di dire a questo punto, e amore per le proprie città hanno scelto di restare o venire qui, di fare qui la propria vita (quanti in futuro continueranno a fare questa scelta?) e per i turisti, per chi viene in visita, per chi si aspetta di poter arrivare e partire in treno: ieri sera alle 20 c'era un'intera gita di persone al binario 1 della stazione di Orvieto, in attesa di un treno che sarebbe arrivato più di un'ora e mezza dopo.

Con grande preoccupazione osserviamo il continuo aumentare di tracce AV sulla Roma-Firenze, senza che sia messa in campo - così ci sembra - una più complessiva e organica riflessione su un utilizzo più razionale della linea Direttissima e del tratto Settebagni-Orte in particolare, che è sempre più sovraccarico di treni.

La Direttissima - lo ricordiamo - non è una linea dedicata all'Alta Velocità, per il banale motivo che non vi è una linea alternativa in grado di garantire in modo dignitoso ed efficiente il diritto alla mobilità dei nostri territori.

Agli amministratori di comuni e regioni chiediamo innanzitutto di sostenere con noi questo diritto, che non sta, lo abbiamo detto tante volte, nell'ottenere "la freccia" per la propria stazione - un fatto senz'altro importante ma che non risolve certo il tema della mobilità - ma nel garantire ai cittadini un collegamento affidabile ed efficiente.

Alexandru Rares Cenusa – Agenzia Stampa Italia

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