(ASI) La notizia della morte, a soli 43 anni, dell'attrice e modella argentina Silvina Luna, nota per aver ottenuto la fama nel 2001 a seguito della sua partecipazione all'edizione argentina del Grande Fratello, ha suscitato un notevole sconcerto.
Le cause che l'hanno condotta alla fine della sua vita sono state rintracciate nelle ripercussioni di un intervento di chirurgia estetica mal eseguito.
“È importante sottolineare che non si vuole con questo condannare la chirurgia estetica in sé, poiché può rappresentare uno strumento legittimo a cui ricorrere per migliorare l'autostima e la fiducia. Tuttavia, la tragica storia di Silvina mette in luce un problema cruciale: la mancanza di rispetto delle norme basilari di sicurezza e igiene all'interno degli ambienti dove vengono eseguiti gli interventi” - Ha affermato la Dottoressa, Chirurgo Estetico, Marilena Pizzuto.
Il calvario di Silvina Luna è durato più di un decennio e si è manifestato in gravi problematiche a livello renale e sanguigno, costringendola a subire processi di dialisi prolungati nel tempo. La showgirl sudamericana, insieme ad altre vittime che hanno subito lo stesso tipo di intervento e problemi simili, ha cercato giustizia ed è riuscita a portare in tribunale il chirurgo responsabile, Aníbal Lotocki. La sua condanna è stata di quattro anni di carcere, oltre all'interdizione di cinque anni dall'attività medica.
Tutte le pazienti avevano notato, in particolare, che il medico ricorreva a iniezioni di microsfere di polimetilmetacrilato in punti del corpo dove il loro utilizzo è vietato. Si accusava inoltre il medico e la clinica da lui gestita di utilizzare dosi superiori a quelle consigliate.
“E’ evidente che determinate problematiche possono derivare dall'emergere di infezioni, prodotte dalla mancata osservanza dei processi di sterilizzazione dei luoghi e degli strumenti utilizzati durante le operazioni. È ipotizzabile che la paziente potesse essere stata colpita da una grave infezione da streptococco, in grado di portare al manifestarsi di una insufficienza renale.
La storia di Silvina Luna mette in luce un problema decisivo, ossia la mancata osservanza di adeguati standard di igiene e, di conseguenza, la mancata sterilizzazione delle strutture in cui vengono eseguite le operazioni di chirurgia estetica.
La chirurgia estetica è una scelta personale, che non deve essere messa in discussione né sminuita. Di conseguenza, è essenziale garantire ai pazienti il diritto di essere accolti in un ambiente consono e sicuro. I medici che praticano la chirurgia estetica hanno la responsabilità di rispettare rigorosamente le procedure igieniche e di sterilizzazione. La trascuratezza di tali norme può mettere seriamente a rischio la vita dei pazienti e causare loro sofferenze imprevedibili.
La storia di Silvina Luna si considera un monito per tutti coloro che operano in questo campo. Si ricava infine che è essenziale adottare regolamentazioni più rigorose allo scopo di prevenire tragedie simili. La sicurezza e la salute dei pazienti devono rappresentare sempre e comunque la massima priorità, indipendentemente dalla natura dell'intervento chirurgico” - Ha così concluso Marilena Pizzuto.
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