(ASI) Nel ricordo di un momento particolarmente difficile che per fortuna l’Italia si è lasciato quasi del tutto alle spalle, più volte i medici e quanti operano in ambito sanitario sono stati definiti “eroi”.
Amsi, Associazione Medici di Origine Straniera in Italia, però, nel ricordare il dramma della Pandemia e il ruolo dei professionisti sanitari stranieri nella battaglia contro il virus, rifiuta quella che definisce “un’etichetta”, sottolineando come queste persone abbiano semplicemente fatto fino in fondo il loro dovere.
I diritti, però, non devono mai venire meno, ieri come oggi.
“I tanti medici morti per il Covid-19 hanno subito anche le carenze che erano precedenti all’emergenza, dunque - sottolinea Amsi - non vogliamo, oggi più che mai nel ricordo del Covid, lodi da parte della politica, ma strumenti”.
Nel ricordare l’inizio della Pandemia, avvenuto circa tra anni or sono, COMAI, la Comunità del Mondo Arabo in Italia, esprime ancora una volta la sua gratitudine al Pontefice.
“In queste settimane abbiamo ricevuto centinaia di messaggi, rivelano i vertici di Co-mai, che ci hanno scritto dal mondo arabo, dalla Terra Santa, dal Golfo, manifestando tutto il loro apprezzamento per la vicinanza costante e sincera di Papa Francesco.
Abbiamo bisogno di interventi concreti e di messaggi semplici come quelli del Papa in favore degli immigrati senza permesso di soggiorno in Italia, che spesso hanno timore di recarsi in ospedale. Tutto ciò è più che mai inammissibile, proprio nel ricordo dei medici morti durante la Pandemia”.
Nel messaggio per la Giornata internazionale dedicata agli infermieri, lo scorso 12 maggio Francesco ha descritto così la loro particolare vocazione: “Quella di essere buoni samaritani, che si fanno carico della vita e delle ferite del prossimo. Custodi e servitori della vita, mentre somministrano le terapie necessarie, infondono coraggio, speranza e fiducia”.
Foad Aodi - Agenzia Stampa Italia