(ASI) Una storia raccontata in due differenti modi per un avvincente intreccio tra comico e tragico che colpisce nel segno. Questa è "A Vilanza" ("la bilancia"), straordinario testo in dialetto realizzato da Nino Martoglio e Luigi Pirandello, in scena fino al prossimo 6 maggio al teatro Musco di Catania.
Un’opera in un unico atto che racconta la vita di due famiglie, quella di Orazio (Mimmo Mignemi) e quella di Saro (Angelo Tosto). Due uomini la cui amicizia si interrompe a causa della relazione tra la moglie di Orazio e Saro. Cosa fare per cancellare la vergogna dell’adulterio? Per Orazio c’è un’unica soluzione: la vendetta. Come insegna la legge del taglione, l’onta potrà essere lavata facendo la stessa cosa con la moglie di Saro. Ma la "vilanza" non è in equilibrio, e la vicenda si concluderà in maniera diversa a seconda che questa venga raccontata in chiave comica o tragica.
Perfetto infatti il doppio filo di narrazione dove ad intrecciarsi sono il relativismo pirandelliano e la sua comicità grottesca, misti al sapiente disegno di costumi e caratteri di marca martogliana. Nell’opera si riconoscono infatti, seppur sotto la forma embrionale di traccia o tendenza, le principali caratteristiche di un genere letterario e teatrale che ha fatto la cultura e l'identità dell'Isola, piuttosto che limitarsi solo a raccontarle.
Straordinaria anche la capacità dei protagonisti di passare repentinamente da un genere all’altro dando vita ad una perfetta rappresentazione di una Sicilia di cui tanto si è scritto e detto. E di cui tanto si dice e si scrive ancora.
Con la regia di Federico Magnano San Lio, interpreti principali Mimmo Mignemi e Angelo Tosto, le scene sono di Angela Gallaro, i costumi di Giovanna Giorgianni, le musiche di Aldo Giordano, il disegno luci di Franco Buzzanca. Sul palco anche cinque splendide attrici, che rispondono ai nomi di Margherita Mignemi, Olivia Spigarelli, Clelia Piscitello, Egle Doria, Luana Toscano.