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(ASI) Lettere in Redazione. Terni - Un gesto simbolico.. Uno striscione affisso sul ponte di via Tito Oro Nobili, di fronte a due delle scuole più gremite della città. Una semplice scritta che vuole essere un monito per l'opinione pubblica e per i rappresentanti dello Stato, ma vuole anche essere un segnale, un simbolo di vicinanza a quei ragazzi poco più piccoli di noi, che si sono trovati coinvolti in una "guerra" non loro. In quella scuola, poteva esserci chiunque di noi. E questo non è accettabile. Si dice che la storia sia ciclica, ed i libri ce lo hanno più volte dimostrato.

"Ebbene, - afferma Mayla Peretti - *Noi non possiamo nemmeno per un istante lasciare che, chi in realtà dovrebbe far sì che tutto questo non avvenga, voglia far passare quella che a Brindisi, avrebbe potuto essere una strage, come il gesto di un folle, o che arrivi dalla Sacra Corona Unita o, dalla mafia. I fatti di Brindisi, sono frutto di uno Stato assente, la stessa morte di Melissa è il risultato di uno Stato assassino, quello stesso Stato che si è macchiato di una serie impressionante di suicidi (omicidi di Stato) con un Governo di tecnocrati guidato da un Presidente del Consiglio non eletto, ma soprattutto, da cui l'italiano medio non si sente affatto rappresentato bensì tartassato da una politica completamente a favore di banche e potenti, al servizio dell'Unione Europea, che ha già messo in crisi diversi Paesi.
Siamo alla soglia della guerra civile, il popolo ha fame, e non riesce ad arrivare alla fine del mese. Pensionati, operai, piccoli imprenditori, artigiani, commercianti, ogni settore è in crisi, e la situazione economica anzichè migliorare gradualmente, peggiora giorno dopo giorno. "Quella di Brindisi, - continua il  Responsabile Regionale di Gioventù Italiana, - sebbene gli esiti siano stati fortunatamente diversi, potrebbe essere accomunata alla strage di Bologna, o a quella di Piazza Fontana.. La strategia della tensione, messa in atto tra gli anni '70 ed '80, ha portato soltanto ad una "guerra tra poveri", oggi però, rispetto al passato, la maggior parte delle persone, dei ragazzi soprattutto, ha smesso di credere in qualcosa, ha smesso di avere degli ideali e di porsi a protezione di essi. Oggi, gli Italiani non sarebbero in grado di fronteggiare un tale stato di cose, e non possiamo assolutamente permettere che la storia si ripeta!".
Melissa non aveva alcuna colpa come nessuno dei ragazzi della scuola superiore di Brindisi.. E' stata solo la vittima ignara di un qualcosa che vorrebbe distogliere l'attenzione dal terribile momento che l'Italia sta attraversando.

GIOVENTU' ITALIANA TERNI - GIOVENTU' ITALIANA UMBRIA
 Mayla Peretti Responsabile Regionale Umbria

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