(ASI) Si è svolta presso la Camera dei Deputati la conferenza stampa dal titolo, "EU Enlargement: Neighboring Countries", promossa dall'On. Naike Gruppioni. L'evento ha offerto un'importante occasione di confronto sui temi dell'allargamento dell'Unione Europea e sulle prospettive di integrazione dei Paesi vicini.
La discussione ha visto la partecipazione, oltre all’On. Naike Gruppioni, di: On. Miroslav Gačević, viceministro per le Integrazioni Europee della Repubblica di Serbia; On. Victoria Fortuna, già Procuratore Generale Anticorruzione della Repubblica di Moldova, La moderazione dell’incontro è stata moderata dal Prof. Felipe Pathe Duarte dell'Università Nova de Lisbona; On. Andrea Di Giuseppe, Presidente Comitato sul commercio internazionale della Commissione Affari Esteri della Camera.
“È un onore per essere qui con voi oggi e discutere di un tema di grande rilevanza per il futuro dell'Europa: l'integrazione dei Paesi vicini all'Unione Europea, con un focus particolare sulla Serbia e sulla Moldavia. Ringrazio in particolare il Vice Ministro Gačević per la sua presenza e l'importante ruolo che ricopre e per l’impegno su questo, l'Onorevole Victoria Fortuna, che ha svolto un lavoro straordinario nella lotta alla corruzione in Moldavia, e il Professore Duarte per il suo prezioso contributo come moderatore. L'integrazione europea, come tutti sappiamo, non è solo una questione geopolitica. È un progetto che riguarda la costruzione di una comunità di valori, di cooperazione economica e di pace duratura tra popoli che hanno radici culturali e religiose comuni. Oggi voglio concentrare la mia attenzione su due Paesi che rappresentano partner strategici per l’Italia e per l'Europa: la Serbia e la Moldavia” - È quanto affermato dall’On. Naike Gruppioni.
“Se guardiamo agli aspetti più sostanziali, direi che la forza più potente dell'Unione Europea è la sua forza trasformativa. Da quando abbiamo iniziato il processo di negoziazione con l'UE, non è stato un percorso unidimensionale. Sono consapevole che la nostra adesione all'Unione Europea rappresenta una delle nostre priorità strategiche, ma allo stesso tempo dobbiamo tutelare i nostri interessi nazionali. Nonostante i numerosi ostacoli, la Serbia rimane tutt'altro che neutrale rispetto all'UE e alle sue dinamiche. La protezione dei nostri interessi nazionali è una delle sfide più grandi nel processo di negoziazione con l'Unione. Sebbene fossimo pronti da anni, alcuni Stati membri erano scettici sulla nostra capacità di proseguire la nostra agenda di riforma fino alla fine. Tuttavia, abbiamo ottenuto il via libera per il cluster 4, segno che i nostri sforzi di allinearci agli standard europei stanno dando frutti. Un altro tema centrale riguarda le sanzioni contro la Russia. Per la Serbia, imporre sanzioni alla Russia avrebbe avuto conseguenze economiche disastrose. Dal nostro punto di vista, imporre queste sanzioni sarebbe stato un suicidio economico, data la nostra dipendenza energetica e i legami storici con Mosca. Inoltre, la Russia è un attore fondamentale nel dialogo tra Belgrado e Pristina, e il suo ruolo nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è cruciale per la nostra sicurezza. Anche se non abbiamo formalmente imposto sanzioni, abbiamo mantenuto una posizione chiara e coerente, non sfruttando il nostro territorio come canale per aggirare le restrizioni. Tuttavia, dobbiamo trovare un equilibrio tra le aspettative dell'Unione Europea e la tutela dei nostri interessi nazionali” - È quanto affermato dall’On. Miroslav Gačević.
“Onorevoli membri del Parlamento, cari ospiti, è un grande onore per me parlare oggi tra queste mura, nella città dove molti secoli fa fu creato un grande Stato, uno Stato che da allora molti hanno cercato di replicare. Il tema dell'evento di oggi è l'allargamento dell'Unione Europea. Sì, il mio paese è un vicino dell'Unione Europea, inoltre l'attuale governo ha annunciato un referendum per l'adesione all'Unione Europea e vorrebbe che l'intenzione di aderire fosse sancita dalla nostra Costituzione. A Bruxelles ci sono persone obiettive. Vedono la corruzione nel nostro paese. Vedono l’economia morente del nostro Stato. Vedono la repressione politica e l'instabilità. Ancora peggio, vedono che non c'è assolutamente alcun segno che la situazione possa migliorare nel prossimo futuro. È difficile per me ammetterlo perché amo il mio paese con tutto il cuore. Ma devo dirlo, l'Europa non ha bisogno di una Moldavia così. La nebbia della guerra nasconde tutto. Ecco perché l'attuale governo sostiene l'escalation del conflitto. Ecco perché sotto il nostro Presidente la Moldavia si riempie di armi, ed è per questo che continueranno a raccontarci favole sull'Unione Europea. Parliamo di prospettive di adesione all'Unione Europea, di espansione dell'Unione Europea, di integrazione, ma nessuno parlerà mai del futuro della Moldavia. Non solo voi, ma io non vorrei costruire i rapporti con l'Europa che amo tanto in questo modo. Vorrei che potessimo rispettarci a vicenda, in modo che possiamo parlarci da pari a pari. E vorrei anche che potessimo dirci sempre la verità, anche se dolorosa. Grazie” - È quanto affermato dall’On. Victoria Fortuna.
“La Serbia e la Moldova sono paesi importantissimi per la nuova formazione dell'Europa. L'Europa si sta allargando sempre più su paesi allineati alla Nato ed è importante per le nostre imprese. Io sono Presidente del Commercio Internazionale, quindi per le nostre imprese sono territori molto importanti. Abbiamo aperto il primo ufficio della Simest per gli investimenti in Serbia qualche mese fa. L'integrazione di queste due nazioni è fondamentale, anche perché hanno un'affinità culturale significativa. Si ritiene difficile poter fare business se non c'è un'affinità culturale, quindi diciamo che le cose stanno progredendo in maniera molto soddisfacente. Alla fine il business è sempre la cosa che modula e dà equilibrio alle nazioni. Perché tutte le questioni nascono quando non c'è abbondanza di business e anche abbondanza di cultura. Allora nascono i problemi. Il business è fondamentale, inteso come una sorta di equilibratore sociale, prima che economico” - È quanto affermato dall’On. Andrea Di Giuseppe.