Tra cyber terrorismo e minacce convenzionali la sicurezza delle centrali nucleari è un tema delicato

Chernobyl(ASI) Una delle grandi preoccupazioni che da sempre ha accompagnato il nucleare è quella legata alla sicurezza ed ai rischi a questa connessa. I due grandi incidenti del passato, Cernobyl nel 1986 e Fukushima nel 2011, da questo punto di vista rappresentano un monito perenne anche se negli ultimi anni sono aumentati anche i rischi legati a possibili attacchi terroristici, sia tradizionali sia legati al mondo cyber dato il sempre maggior utilizzo delle Intelligenze artificiali (AI) in questi impianti.

Le centrali nucleari vengono identificati come gli stabilimenti più sensibili dal punto di vista della sicurezza, classificati dalle normative nazionali come IC, mentre a livello sovrannazionale come infrastrutture critiche internazionali (ICI).

Ovviamente sono diversi i livelli di sicurezza impegnati in una centrale che coprono sia l’eventuale errore umano sia l’attacco esterno anche se va detto che proprio per ragioni di sicurezza la quantità di combustibile fissile presente in ogni momento in un reattore non è sufficiente ad autosostenere un’esplosione nucleare; anche nel caso si verificasse lo scenario peggiore, ovvero fusione del nocciolo con relativa esplosione attualmente la maggior parte delle centrali nucleari possiede un sistema di contenimento esterno, un enorme cupola di cemento, che impedirebbe la fuoriuscita di sostanze radioattive in pratica la soluzione adottata a Cernobyl con il tristemente famoso sarcofago.

Negli ultimi anni inoltre è aumentata sempre di più l’attenzione verso eventuali attacchi cyber tanto che il complesso insieme dei sistemi logici che assicurano il sicuro funzionamento di una centrale nucleare, devono appartenere a un sistema di tipo chiuso separato dal mondo web, utilizzando specifici dispositivi hardware di isolamento.

Altra difesa chiave, quale contrasto alle cosiddette minacce interne, è rappresentata dal severo controllo sull’uso dei device portatili (smartphone, tablet, notebook), utilizzati per interfacciarsi con le apparecchiature operanti all’interno dei siti atomici. Per fare un esempio riguardo i rischi connessi alla rete basti pensare che nel 2003 la centrale di David-Besse protetta da firewall è stata infettata dal virus Slammer introdotto nel sistema tramite il computer di un fornitore connesso attraverso un modem che ha permesso di violare la rete interna.

Per quanto concerne invece gli attacchi “più tradizionali” nel 2017, nella centrale nucleare francese di Cruas-Meysse, si sono introdotti una ventina di militanti di Greenpeace France scalando un edificio attaccato al reattore 4 ed alcuni di essi hanno lasciato le impronte delle mani sui muri dello stesso edificio per dimostrare la sua accessibilità e vulnerabilità di fronte a un eventuale attacco terroristico. Il bersaglio principale dell’azione dimostrativa degli attivisti di Greenpeace sono state le piscine di stoccaggio provvisorio del combustibile nucleare esausto, giudicate estremamente vulnerabili. Il gesto, puramente dimostrativo, ha però evidenziato la mancanza di sicurezza che avevano, all’epoca, le piscine di raffreddamento e che ha spinto le autorità francesi a rivedere i protocolli in materia.

Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia

1* Articolo: L'eterno ritorno del Nucleare che per la Ue diventa green  https://agenziastampaitalia.it/speciali-asi/speciale/60079-l-eterno-ritorno-del-nucleare-che-per-la-ue-diventa-green

2* Articolo: https://agenziastampaitalia.it/speciali-asi/speciale/60087-dalla-ue-300-milioni-di-euro-per-finanziare-i-nuovi-impianti-nucleari

 

 

Fonte foto Tiia Monto, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons

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