“La Canzone Napoletana nel mondo”.  Intervista alla dottoressa Melillo

  A Cura del Maestro Espedito De Marino per “Agenzia Stampa Italia”

 Dott. ssa Melillo, da Psicologa Clinica a Scrittrice. Cosa è cambiato nella Tua vita? Cosa Ti ha spinto a tale nuovo ruolo?

melillo (ASI) Senza dubbi ne indugi direi vivamente che la mia propensioni nel voler far parte delle cosiddette “ helpingprofession”,  dove si intende un ventaglio che raggruppa professionisti impegnati in molteplici ambiti dal sociale al sanitario, ha fatto si che la mia vocazione nel voler essere d’aiuto verso un’utenza che soffre di disturbi psichici e non solo, si potesse in un certo qual modo concretizzare anche attraverso ciò che si scrive e trapela con le parole.  In questi anni, ma soprattutto negli ultimi due, ho sentito il bisogno e la necessità di gettar luce su determinate questioni come ad esempio quelle affrontate nel mio libro. Attraverso la stesura del libro, a mio avviso prezioso mezzo di comunicazione,  ho avuto modo di connettermi  in un viaggio interiore, introspettivo, penetrando nell’animo di Isabella Morra, poetessa del ‘500. Un percorso contraddistinto da sintonia e biasimo per la protagonista.  Il tema cardine toccato attraverso le righe ed i versi è stato principalmente lo scardinare la figura femminile ed erigerla ad “”essere dotata di molte qualità spesso sottovalutate o non prese in considerazione. Il tema dell’emancipazione della Donna e di tutte le battaglie che ci sono state affinché si potessero avere pari diritti è sempre stato un argomento a me caro, motivo per cui ho approfondito i miei interessi  verso la letteratura di quel secolo. C’è un fil rouge che mette insieme la psicologia in senso lato e l’arte dello scrivere e proprio riprendendo le parole di MaxPulver, “L'uomo che scrive disegna inconsciamente la sua natura interiore. La sua scrittura conscia è un disegno inconscio, segno e ritratto di se stesso”, che ritrovo il mio interesse verso questa nobile arte.

Il libro, edito da Arduino Sacco Editore, si chiama “Dialoghiamoci” e si ispira alla poetessa del 1500 assassinata dai fratelli. Si tratta, infatti, di Isabella Morra, vissuta a Favale (PZ) attenzionata anche da Benedetto Croce. Ce ne parli?

Esattamente proprio così, come stavo dicendo poc’anzi anche Benedetto Croce fu incuriosito dalla storia di Isabella Morra tanto che si recò in visita al paese lucano, spinto dall’interesse per la storia e la figura della poetessa. Proprio durante il suo soggiorno in quel luogo egli descrive l’aspetto chiuso e gotico del posto. Infatti citando una sua frase «Il piccolo abitato è aggrappato e come conficcato nelle falde del ripido colle, che il castello sovrasta: il castello, anch’esso scosceso per tre lati e inaccessibile”, che si può intravedere uno scenario triste contraddistinto da conflitti ed ombre.  L’aspetto che più è degno di nota è proprio il carattere esistenziale connotato dall’isolamento e dalla solitudine. Il tema amoroso, dominante nella poesia femminile del tempo, si può dire che desista di fronte l’urgenza dello sfogo interiore , una forma di lamento verso una Fortuna avversa che costringe Isabella al dolore. Si può dire che tutto questo sia stato accentuato dall’abbandono del povero padre della Morra, fuggito in esilio con suo fratello. La storia si intreccia con un presunto amore platonico, corrisposto attraverso messaggi epistolari tra la giovane Isabella e Diego Sandoval de Castro, probabilmente incontrato nel Castello di Bollita. Le vicende atroci che vedranno coinvolti questi ultimi, rappresentano parte integrante di tutto il climax. Un clima cupo, ingiusto, dove i pregiudizi e le barbarie della gente hanno avuto grande peso nell’epilogo della vicenda.

 

Al libro è abbinata una Canzone che abbiamo scritto insieme. Si chiama, appunto, “Isabella” e in qualche strofa si riascolta il racconto da Te magistralmente narrato. Da autrice pensi di continuare a scrivere testi per canzoni ? Scriverai in futuro una Canzone Napoletana ?

Beh, anzitutto ti ringrazio per la fiducia… Sarebbe davvero meraviglioso poter continuare a scrivere qualcosa e trasformarlo in canzone. Mi auguro che la devozione che ho verso il potere delle parole sia sempre ben radicata in me, e per questo spero di poter ancora appassionatamente dare un piccolo ed umile contributo alla crescita di un patrimonio umano e collettivo arricchito proprio con parole e testi   Ripongo grande fiducia e speranza in tutto questo. Penso che sia un modo per comunicare che non ha barriere ne confini ed è davvero bellissimo! Sarei davvero onorata oltre che entusiasta nel poter proseguire con la collaborazione stretta con il Maestro De Marino, è un’ esempio ed un faro per molti. La musica napoletana possiede un fascino senza tempo, quindi perché no, magari in un futuro prossimo potrei avvicinarmi a questo patrimonio inestimabile che possediamo e che dobbiamo custodire, ma allo stesso tempo divulgare con passione.  Devo confidarti che sono una fan di Pino Daniele, e con grande rispetto che ho verso questo immenso artista di fama mondiale, sarebbe un sogno poter scrivere testi che da lontano potrebbero accostarsi al sentimento ed all’anima che metteva lui nei suoi brani.

Infine, nel Tuo meraviglioso excursus professionale si legge anche il Tuo impegno per il sociale, per i giovani, la Tua azione nel campo della formazione e del volontariato. In che veste Ti immagini da grande?

Da grande desidererei continuare a lavorare nel sociale, stando a contatto con giovani, quindi anche intraprendendo la carriera da insegnante che ho avuto modo di toccare con i più piccoli. Essere consapevoli che il nostro sapere, le nostre conoscenze ed i bagagli di vita che abbiamo acquisito possano costituire una grande opportunità per i giovani mi fa sperare in un mondo migliore, per questo mi piacerebbe anche intraprendere questa strada. Inoltre avendo portato a termini il percorso di studi universitario in ambito di Psicologia Clinica e della Salute con Master in Forense, vorrei continuare lungo questo tragitto, collaborando con l’ambito ospedaliero, quindi pubblico ed anche privato. Ho scelto questa professione perché pone al centro come obiettivo primario il benessere dell’individuo, tutelandolo, supportandolo e sostenendolo nei momenti più bui della vita. E’ una professione che ha una certa responsabilità sociale, che necessita ed ha l’obbligo di aggiornarsi costantemente ed anche per questi motivi si pone con trasversalità in diversi ambiti e contesti.  Ovviamente continuerò a scrivere, a mettere nero su bianco i piccoli pensieri e riflessioni che albergano nella mia testa. E’ davvero entusiasmante pensare che la scrittura racchiuda in sé la creatività,la tenacia, oltre che pazienza. E’ bello pensare che con una semplice penna o digitando i tasti di un  Pc si possa  arrivare ai lettori e farli immergere in altre dimensioni. Veri e propristati di confort ed emozionali che si possono raggiungere grazie ad essa

 

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