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Uscita dall'euro: carta vincente di Grillo.

(ASI) Beppe Grillo continua a far parlare di sé, a destare allarme e a turbare i sonni della classe politica italiana – decadente, corrotta e autoconservativa quasi come quella bizantina alla vigilia della conquista di Costantinopoli da parte di Maometto II (1453), oltre che e corresponsabile dell'attuale disastrosa congiuntura economico-sociale.

Visti i fallimenti dell'esecutivo Monti e l'effetto depressivo che le sue “manovre” hanno sull'economia reale, sullo spirito imprenditoriale e morale degli italiani (soprattutto artigiani, piccoli e medi industriali, cioè l'ossatura e il tessuto economico del Paese, senza contare le economie famigliari al collasso), è chiaro come ormai rimangano agli Italiani solo pochissime vie di salvezza. La più percorribile passa attraverso l'uscita dell'Italia dall'eurosistema. Questo equivale a una drastica rottura con le vecchie politiche monetarie europee che hanno condotto alla recessione ed al primato della disoccupazione nell'eurozona, nonché alla progressiva perdita di sovranità degli Stati membri. La prima ricetta per fare riconquistare la sovranità monetaria all'Italia notoriamente consiste nell'aumentare la circolazione di liquidità a sostegno delle attività economiche, dei ceti lavoratori e delle famiglie: compito che naturalmente spetta alla Banca d'Italia e non alla Banca Centrale Europea. Nel momento più acuto della crisi statunitense, George Busch adottò, tra le primissime misure, proprio quella di stampare più carta moneta per venire incontro alle accresciute necessità della gente. Se ciò è stato sperimentato con successo negli USA, non si comprende perché non possa essere fatto altrettanto in Italia.

Questo ed altri concetti fanno parte del messaggio e del programma politico che Grillo e i suoi non si stancano di diffondere e che sicuramente sono le principali cause del sempre maggiore consenso del Movimento 5 stelle presso l'opinione pubblica . Tutto fa pensare che il suo leader riproporrà queste idee nelle votazioni del 2013, perché Grillo ha buon intuito e ha capito che si tratta di carte vincenti. I politici, terrorizzati dalla prospettiva di una prossima sconfitta elettorale con conseguente “rottamazione”, cercano di scimmiottare Grillo e di scippargli le idee. Le ultime esternazioni di Berlusconi rilasciate in un'intervista al giornale tedesco Bild sono eloquenti. Oltre che di generali critiche verso l'Unione Europa, vi si parla chiaramente della possibilità per l'Italia di abbandonare l'euro e dell'opportunità di far stampare carta moneta dalla Banca d'Italia – sebbene non sia ben chiaro se si tratta di un ritorno alla lira o della creazione di una seconda valuta parallela, come già molti anni fa in modo lungimirante teorizzò un economista del rango di Giacinto Auriti.

Si può esser essere certi che, a breve, molti altri seguiranno Berlusconi. E' facile prevedere quindi un ruolo dominante di queste tematiche nei programmi e nella propaganda elettorale dei partiti per il marzo 2013 – nonostante il fuoco di sbarramento, i sottili ricatti e le pressioni che l'Europa dei potentati economico-finanziari, attraverso il corrivo Governo-Monti, potrà mettere in atto.

Tutti “Grillini” dunque, anche se i politici si guardernno bene dall'ammetterlo e, pubblicamente, continuernno a diffamare Grillo. Ma la posta in gioco è troppo alta; il pericolo di restare a casa, di perdere la dorata poltrona e di dover cercare un vero lavoro o, peggio ancora, di tornare nell'ombra di qualche sperduta ambasciata (in attesa di essere ripescati in extremis da un altro Monti e, magari, fare perfino i ministri degli Esteri), è troppo forte, perché i politici non finiscano per puntare tutto sull'euro-scetticismo, il cavallo vincente ... di Beppe Grillo.

Ettore Bertolini Agenzia Stampa Italia

 

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