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Cancellieri, commissariamento prefettizio del Quirnale?

(ASI) Al Quirinale ci vorrebbe qualcuno che conosca la politica e le istituzioni, i suoi meccanismi, che abbia credibilità internazionale, autorevolezza presso i governi di tutti i continenti. Uno, o meglio una (la preferenza di genere non è per salvaguardare una specie in estinzione) che, aldilà delle proprie scelte politiche, sappia essere di garanzia per tutti, perché autorevole, non irretita dai veti e gli intrighi della partitocrazia. Una che profumi di pulito perché ha sempre detto cosa faceva, e ha fatto quel che diceva. Il nome ci sarebbe, Emma Bonino, la più amata degli italiani da quindici anni a questa parte, in tutti i sondaggi: vorrà pur dire qualcosa. Ma lei fa paura alla politica esattamente come la luce del giorno fa paura agli animali notturni. E invece, l’inciucio in servizio permanente effettivo, ci ha propinato tutti i nomi stantii del caravanserraglio del politicume italiota. Tra tutti i nomi, però, ve ne è uno che una parte dei politici che ci hanno portato allo sfascio negli ultimi decenni, propongono come nome vergine, non colluso con la politica. E’ un funzionario della carriera prefettizia che, grazie alle reti di conoscenze tra boiardi e dirigenti statali, si è trovato a fare nientepopodimeno che il Ministro degli interni nel governo Monti. Il governo dei finti tecnici che ha fatto scelte politiche pesantissime per le tasche e il futuro degli italiani senza doversene assumere la responsabilità politica, proprio perché nessuno l’aveva investito con il voto popolare.  Mai schierata politicamente, la ministro Cancellieri sarebbe proprio per questo, secondo i politici che la propongono, una garanzia. Come dire, la politica ha una faccia non presentabile e allora presenta una tecnica senza faccia politica. Con la convinzione che, poi, i soliti noti la potranno condizionare e controllare.  A tutti gli effetti, un commissariamento prefettizio della più alta carica dello Stato. Una  Caporetto della politica. Un’altra, quella più clamorosa e spudorata.

Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia

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