(ASI)Molti mesi dopo la morte sospetta dell'ex presidente Iraniano, Ebrahim Raisi (19 maggio 2024: dei 3 elicotteri, stranamente cade solo quello del capo del governo e del ministro degli esteri), dopo l'attacco israelo-statunitense, l'Iran sta vivendo una breve tregua, che sembra concludersi drammaticamente.
Infatti il 26 settembre 2025, in piena assemblea dell'ONU, dove è stata espressa una condanna quasi unanime di Israele per i suoi crimini contro i palestinesi di Gaza, non solo non è stata decisa nessuna misura punitiva contro lo Stato Ebraico, ma addirittura la Francia, Germania e Gran Bretagna (governi in visibile affanno politico) hanno proposto e fatto approvare sanzioni contro la Repubblica Islamica dell'Iran. Due pesi e due misure.
Di fronte a queste nuove sanzioni, la reazione dell'Iran non si è fatta attendere. Il presidente Massoud Pezeshkian, intervistato a margine dell'Assemblea dell'ONU dal giornalista Max Blumenthal (noto per le sue posizioni critiche verso la politica estera americana e israeliana), ha previsto un inasprimento dei rapporti con USA e Israele aggiungendo le testuali parole: "Non c'è dubbio che attaccheranno l'Iran, e noi ci difenderemo con forza". Da notare che Pezeshkian, durante l'aggressione di Israele all'Iran, è sfuggito quasi miracolosamente ad un attentato. A questo proposito ha precisato: "abbiamo piani che, qualora io venissi eliminato" nel prossimo attacco israeliano, prevedono "cinque o sei misure da mettere in atto". Il Presidente conclude così l'intervista: "l'Iran, non è Gaza, non è il Libano e neppure la Siria, l'Iran è altra cosa." Quindi le preoccupazioni di una ripresa della guerra infinita sono più che fondate. Eventuali dubbi nascono dalla posizione che assumeranno le grandi potenze non allineate, come la Cina ed il Pakistan, entrambe con capacità militare atomica, che hanno grossi interessi strategici in comune con la Repubblica Islamica.


