Per l’Onu la repressione in Perù è stata eccessiva

(ASI) La repressione attuata in Perù dalle forze di sicurezza è stata eccessiva. Ad affermarlo Clément Nyaletsossi Voule, relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto all'espressione pacifica, all'assemblea e all'associazione, relazionando al Palazzo di vetro.

In una conferenza stampa sulla situazione dei diritti umani in Perù, il funzionario Onu ha ufficialmente chiesto al governo di Lima di essere trasparente nelle indagini sulla morte di civili durante le proteste antigovernative.

Nyaletsossi Voule ha auspicato che le indagini “siano svolte in modo indipendente e che includano le vittime per scoprire esattamente cosa è successo e in quali circostanze si è verificato l’uso eccessivo della forza. Non vogliamo l'impunità, vogliamo trasparenza e responsabilità. Rimarremo vigili per garantire che le indagini siano conformi al diritto internazionale”.

Secondo il rappresentante delle Nazioni unite il governo peruviano ha l’obbligo di garantire che i responsabili delle violazioni dei diritti umani durante le proteste siano effettivamente tenuti a renderne conto.

Allo stesso modo, ha insistito sul fatto che per superare questa “situazione critica”, il Paese deve intraprendere diverse riforme politiche che includano “le rivendicazioni di persone che si sentono abbandonate dallo Stato, a causa della loro condizione di povertà, discriminazione o disuguaglianza di opportunità”.

Per il rappresentante del Palazzo di vetro è “molto importante” capire la radice delle proteste, perché la gente è scesa in piazza e ha assicurato che si trattava di un motivo politico, economico e sociale e di conseguenza “le proteste sono state un’espressione delle profonde lacune che ha il Paese”.

Nyaletsossi Voule ha visitato il paese andino per dieci giorni, visitando diverse città e comunità e incontrando varie autorità, tra cui la presidente Dina Boluarte, e attori della società civile.

Le proteste in Perù sono divampate dopo il fallito autogolpe del presidente Pedro Castillo, catalogato dal relatore Onu come una “interruzione incostituzionale dell'ordine” che ha finora causato 77 morti, 49 dei quali dopo essersi scontrati direttamente con le forze dell'ordine.

A proposito, Nyaletsossi Voule ha confessato che durante la sua permanenza nel Paese sudamericano ha fatto visita all'ex presidente Pedro Castillo nel carcere speciale di massima sicurezza dove si trova dopo la sua destituzione da parte del Congresso il 7 dicembre 2021.

Fabrizio Di Ernesto -  Agenzia Stampa Italia

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