(ASI) "Le elezioni che si sono svolte ieri in Siria non hanno soddisfatto nessuno dei criteri di un voto veramente democratico, non contribuiscono alla soluzione del conflitto".

E’ stata la dura dichiarazione rilasciata, questa mattina, dall'Alto rappresentante dell'Ue per la politica estera, Josep Borrell. L’ appuntamento elettorale – ha sottolineato - avrebbe dovuto essere realizzato “solo nel quadro di un autentico processo politico, in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Possono essere credibili solo se tutti i siriani, compresi gli sfollati interni, i rifugiati e i membri della diaspora, sono in grado di partecipare in un ambiente sicuro e neutrale senza minacce di intimidazioni e in una concorrenza politica libera ed equa".

Bruxelles ha posto in evidenza, in tale modo, che "le elezioni di ieri minino gli sforzi per trovare una soluzione sostenibile al conflitto siriano. Non possono portare a nessuna misura di normalizzazione internazionale con il regime siriano", ha concluso il diplomatico del vecchio continente.

L’ Occidente e persino alcuni componenti dell’ organismo che ha sede presso il Palazzo di Vetro di New York non sarebbero disponibili dunque a riconoscere la vittoria, data per scontata da molte fonti, dell’ attuale presidente in carica Bashar al – Assad. Il rischio che riesploda una nuova guerra civile, finanziata e alimentata dagli Stati Uniti e dai loro alleati mediorientali ed europei, è estremamente elevato.

La Russia continuerà, molto probabilmente, a tutelare Damasco di cui è stretta alleata dal 1971 per gli accordi commerciali ancora in vigore tra loro e per lo sbocco sul Mare Mediterraneo tramite l’ accesso al porto di Tartus. La situazione umanitaria locale potrebbe così peggiorare con drammatiche conseguenze anche geopolitiche che porrebbero, ulteriormente a repentaglio, la comunità internazionale. Le grandi potenze potrebbero continuare dunque a scontrarsi tra loro su un territorio, quello siriano, martoriato da una lunga serie di violenze che paiono, almeno in prospettiva, non trovare fine.

Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia

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