Risoluzione ONU sulla moratoria universale della pena di morte

L’Italia ha svolto un’intensa azione in vista dell’adozione della risoluzione, contribuendo a far crescere il numero dei Paesi che sostengono la moratoria rispetto alla precedente votazione nel 2018 e a ridurre considerevolmente l’astensionismo.

L’intera rete diplomatica italiana si è mobilitata per sensibilizzare il più alto numero di Paesi su questo importantissimo tema. Il Ministro Di Maio a margine della 75a sessione dell’Assemblea Generale (24 settembre 2020) ha presieduto un evento internazionale di alto livello per sensibilizzare la Comunità internazionale circa gli effetti della pena di morte sulle donne che ne sono vittime, sia come condannate che come familiari di condannati.

Un contributo fondamentale a questo successo  è stato offerto dalla costante e proficua collaborazione della Farnesina con i partner dell’UE e soprattutto con le organizzazioni della società civile che sono parte della Task Force MAECI-società civile sulla pena di morte, presieduta quest’anno dalla Vice Ministra Sereni: Amnesty International Italia, Comunità di Sant’Egidio e Nessuno Tocchi Caino.

Lo straordinario risultato in termini di voto si accompagna anche a progressi significativi nel testo della risoluzione rispetto a quello del 2018, tra cui il riconoscimento del ruolo della società civile nella lotta contro la pena di morte; il riferimento all'applicazione discriminatoria della pena di morte nei confronti delle donne; l’invito agli Stati a garantire che parenti e rappresentanti legali delle persone condannate a morte ricevano informazioni adeguate sulla loro condizione.

La pena di morte è una pena inaccettabile e crudele, che non ha valore deterrente nei confronti del crimine, mentre rende ogni errore giudiziario fatalmente irreversibile.

 

 

 

Fonte: www.esteri.it

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