(ASI) "Negli ultimi 5 anni il Mediterraneo centrale è diventato mare di nessuno. La ritirata italiana ha avuto conseguenze pesanti e nulla ha potuto fare l’inutile missione dell’EU Irini, un’operazione di facciata attivata per dare l’impressione di fare qualcosa di concreto nel processo di stabilizzazione della Libia". 

Quella di Irini, scrive De Giorgi, era "una missione destinata al fallimento per le sue regole d’ingaggio, inadeguate rispetto agli obiettivi dichiarati, figlie della pavidità europea nella questione libica. Incapace di far rispettare l’embargo sulle armi da parte delle forze a sostegno di Haftar (Egitto in primis), inerme di fronte all’aggressività delle navi turche, Irini si è dimostrata poco efficace anche nel contrastare il contrabbando di carburante dalla Libia, uno dei compiti aggiunti nella speranza di dare un senso alla sfortunata operazione". 

"Manca la consapevolezza del destino marittimo dell’Italia, dell’importanza del mare per la prosperità e sicurezza dell’Italia, da parte della classe dirigente del nostro Paese. Servirebbe in primo luogo una strategia marittima nazionale, definita a livello interministeriale e poi sarebbe il caso di dare la giusta priorità alla questione marittima, interrompendo il declino della Marina Militare, anche in termini di organico del personale (in continua contrazione) oltre che di mezzi. E’ davvero paradossale che nel secolo marittimo sia proprio la Marina la Forza Armata con le minori risorse umane e materiali rispetto a tutte le altre", conclude De Giorgi. Lo comunica in una nota l'ammiraglio Giuseppe De Giorgi. 

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