Inghilterra, giovedì si torna alle urne. Sarà la Brexit l'ago della bilancia?

(ASI) - Dopo due anni dopo la consultazione del 2017, gli inglesi dovranno tornare alle urne con la Camera dei Comuni che ha dato il suo via libera a elezioni anticipate che si terranno giovedì 12 dicembre.

Il Regno Unito si troverà presto di fronte a un nuovo bivio: con una vittoria dei Conservatori, il primo ministro Boris Johnson avrebbe così i voti per far passare a Westminster il suo accordo sulla Brexit, mentre in caso di un successo dei Laburisti di Jeremy Corbyn con ogni probabilità ci sarà un secondo referendum. I due storici partiti britannici dovranno però fare i conti con la crescita dei Liberali e dei Verdi, mentre è un grosso punto interrogativo il Brexit Party di Nigel Farage, capace alle ultime elezioni europee di finire davanti a tutti con il 30,5% dei voti ma che ha scelto di non presentere suoi canidati in molti seggi per non sfavorire così i Conservatori. Tutto ruoterà intorno alle modalità con cui il Regno Unito uscirà dall’Unione Europea, con il leave che al momento è stato prorogato al 31 gennaio 2020 a seguito dell’ennesimo mancato accordo a Westminster.

Dopo aver vinto le primarie dei Conservatori la scorsa estate ed essere così diventato in automatico il nuovo primo ministro al posto della dimissionaria Theresa May, sarà sempre Boris Johnson a guidare i Tory. L’ex sindaco di Londra spera di ottenere una maggioranza parlamentare più ampia di quella attuale, così da poter avere i numeri necessari alla Camera dei Comuni per far approvare il proprio accordo stipulato con Bruxelles, che di recente non è passato visto il parere contrario degli alleati nordirlandesi scontenti per come è stata trattata la questione doganale.

Il leader dei Laburisti invece sarà ancora una volta Jeremy Corbyn, autore nel 2017 di una grande rimonta nei confronti di Theresa May e che, in caso di vittoria, potrebbe essere pronto a chiedere un secondo referendum sulla Brexit.

Infine c’è Jo Swinson, la giovane leader capace di riportare in auge i Liberal Democratici dopo che nel 2015 avevano toccato il proprio minimo storico eleggendo soltanto 8 deputati.

Claudia Piagnani - Agenzia Stampa Italia

Continua a leggere