(ASI) La crisi venezuelana pare essere simile, sempre più, a quella siriana. Quest’ultima ha provocato, dal suo inizio nel 2011, una guerra civile che ha causato più di mezzo milione di morti e che si è trasformata in un conflitto per procura tra gruppi etnici locali, nazioni dell’area e superpotenze mondiali.

Vi sono infatti, in entrambi i casi, attori regionali e globali posizionati su fronti esattamente opposti e l’Onu è paralizzato da veti reciproci tra Mosca e Washington. Il Consiglio di sicurezza fa appello affinchè la situazione a Caracas sia risolta politicamente, “ con mezzi pacifici”, incluso “il meccanismo elaborato a Montevideo”. Lo afferma una bozza di risoluzione che sarà presentata, a breve, dalla Russia agli altri componenti dell’organo decisionale delle Nazioni Unite. Il testo sembra contrastare però con quello suggerito dagli Stati Uniti, al palazzo di vetro di New York, che hanno chiesto l’annullamento delle ultime elezioni presidenziali del 2018, domandando così al Capo dello stato di indire, senza brogli, un nuovo appuntamento elettorale. Nicolas Maduro ha rifiutato più volte tale opzione, richiesta dalla Casa Bianca e dai suoi alleati che appoggiano il numero uno dell’opposizione, annunciando che la chiamata alle urne si è verificata da poco tempo. Donald Trump non ha escluso, al fine di esautorare il responsabile del governo, un possibile intervento militare del pentagono se richiesto dall’esponente dell’opposizione, Jhuan Guaidò, riconosciuto dall’amministrazione Usa e da alcune altre capitali come leader del paese sudamericano.

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