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(ASI) Con i buoni uffici della diplomazia egiziana e dell'amministrazione Obama , che notoriamente ha un indirizzo equlibrato ed è incline alla composizione pacifica dei conflitti nel mondo, è stata raggiunta una tregua ed è stato posto fine al massacro sistematico dei palestinesi di Gaza. Almeno per il momento. Gli abitanti di Gaza usciti dai rifugi festeggiano l'avvenimento come una vittoria, ma basta guardarsi intorno per vedere che non si tratta di una vittoria: morti, edifici ed infrastrutture distrutte, ospedali colpiti dànno il quadro drammatico della situazione.
I poveri saranno ancora più poveri e Gaza rimarrà quel lager  che è sempre stato, senza la speranza di una vita normale che è una legittima aspirazione di ogni uomo libero. Infatti, l'accerchiamento attuato dall'esercito israeliano rimane ed è più stringente che mai. La determinazione e la ferocia con cui gli israeliani continuano ad accanirsi contro gli abitanti di Gaza è per molti sconcertante. Sembra quasi che abbiano dimenticato il significato e il ricordo del dolore, visto il cinismo e la disinvoltura con cui infliggono sofferenza agli altri. La storia non è solo quella che si scrive, ma è anche la lezione che se ne trae. Quindi, la conclusione a cui si arriva è la seguente: come altre volte nella storia, le vittime di ieri sono i carnefici di oggi.

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