(ASI) Roma - Ieri pomeriggio alcuni richiedenti asilo del centro d'accoglienza “Namastè”, gestito dalla Eriches Coop. 29 giugno a Ponte di Nona, sono stati ammanettati dalla polizia e portati al

Commissariato Casilino Nuovo per aver chiesto, senza alcuna violenza né violazione, il rispetto dei loro diritti.

I fatti risalgono al 19 Gennaio 2015 quando i richiedenti asilo hanno protestato per la mancata erogazione del pocket Money ovvero del kit igienico mensile e della diaria di 2,5€ data in forma di beni (abbonamento per il trasporto urbano, ricariche telefoniche, tabacchi e buoni pasto).

La protesta pacifica comportò da parte della Cooperativa una ritorsione ai danni dei richiedenti asilo: invio di una relazione indirizzata alla prefettura di Roma che accusava i ragazzi di aver violato le regole del Centro. In seguito a questa nota, a firma del coordinatore del Centro, la Prefettura ha emesso l’ordinanza di revoca delle misure di accoglienza: un episodio inusuale che la legge prevede solo in presenza di casi particolarmente gravi.

Questa è la vicenda che sta all’origine dei fatti accaduti ieri pomeriggio e della incredulità con la quale i richiedenti asilo hanno appreso di essere stati espulsi dal programma di accoglienza.

Fatto sta che i ragazzi si trovano a dormire per strada ne freddo, abbandonanti e senza nessun mezzo di sostentamento. Tutte le autorità sembrano aver scaricato il problema.

Questa vergognosa e disuma vicenda conferma che questo di accoglienza non funziona e fa interesse di coloro che ne approfittano a discapito dei richiedenti asilo e dei lavoratori.

Anche per questo motivo rilanciamo con maggior convinzione la manifestazione del prossimo 23 febbraio con appuntamento alle ore 10 in piazza dell’Esquilino a Roma.

 SOUMAHORO Aboubakar (Esecutivo nazionale Unione Sindacale di Base -USB)

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