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(ASI) Il 24 gennaio 2014 si è svolta un’altra udienza del 1° processo (giudice dott. Martorelli) che vede sul banco degli accusati 11 dirigenti della Pirelli di viale Sarca e via Ripamonti a Milano, accusati della morte di 24 operai. Alle ore 9,30 è cominciato nell’aula 6 del 3° piano del Palazzo di Giustizia di Milano l’interrogatorio dei 10 lavoratori chiamati a testimoniare: solo 8 erano presenti perchè nel frattempo due sono deceduti.

Il primo degli 8 ex lavoratori (classe 1943) chiamati dal P:M. Dott. Maurizio Ascione a descrivere le condizioni di lavoro nella fabbrica quando lavorava (dal 1972 al 1984) e le sostanze usate nel processo di produzione, ha descritto le condizioni di lavoro del reparto cinturati pesanti (gomme) e, a precise domande sull’amianto ha affermato: “eravamo circondati dall’amianto”, “l’amianto era presente su tutte le lavorazioni a caldo,  “sui macchinari”, “sui tubi” e “l’azienda non ci ha mai informato sui rischi che correvamo”, “lavoravamo in locali polverosi (nerofumo, ecc) e ho visto che i manutentori senza mezzi di protezione individuali coibentavano i tubi con le mani”. Alla domanda del P.M. se avesse contratto malattie, ha risposto: “Sì, ho un tumore alla prostata, uno alla vescica e mi hanno tolto un polmone”.

2° teste - Operaio manutentore elettricista classe 1946 in servizio dal 1968 al 1998.

A domande del PM e degli avvocati ha risposto: “ l’azienda era piena di amianto”, “nessuno ci ha informato sui rischi” e c’erano “reparti infernali” come la “sala mescole”. Alla domanda del P.M. se avesse problemi di salute, ha risposto: “Ho un tumore al rene”.

3° teste - classe 1930 in Pirelli dal 68’ all’85’, lavoratore addetto alla mensa e al reparto “cinturato” ha ribadito che sull’amianto non era stata data “nessuna informazione sui rischi” e che gli ambienti di lavoro “erano sempre insalubri

4° teste - operaio manutentore delle caldaie dal 52’ all’84’ ha dichiarato che l’amianto era “ovunque nelle gallerie dove lavorava”

teste - operaio del reparto cavi, classe 1938, addetto alle trafile PVC e vulcanizzazione, “l’amianto c’era nei cavi intrecciati e nell’ambiente”. Alla domanda del P.M. su eventuali malattie ha risposto: ” Ho un tumore al rene e uno alla vescica”.

6° teste, operaio del reparto vulcanizzazione gomme (rep. 8691), (classe 1937), Si lavorava “con la carcassa della gomma riempita d’amianto” e “c’era nebbia in reparto per la polvere”, “i capi non davano mascherine”, “le ventole non aspiravano” e alla rituale domanda del P.M. ha risposto: “Operato alla vescica”

7° teste - operaio del reparto mescole dal 73’ all’81’, classe 1924, “non ci davano nessuna informazione sui rischi” e “non c’erano mascherine”.

8° teste - assistente di produzione alla copertura delle gomme, dipendente Pirelli dal 1969 al 1989 che ha dichiarato che dopo aver visto tutti i suoi amici andati in pensione morire poco dopo, anche lui subito dopo la pensione ha avuto “tumori alla vescica e al rene”.

Crediamo che la pura sintesi delle testimonianze esprima chiaramente cosa significa la ricerca del massimo profitto da parte d’industriali e dirigenti senza scrupoli, coperti da istituzioni complici e da politici e sindacalisti sul libro paga dei padroni, che ha portato alla morte decine di migliaia di persone.

Lo sfruttamento degli esseri umani è un crimine contro l’umanità. Chi non rispetta la salute dei lavoratori e dei cittadini, condannandoli a morte per risparmiare sulle misure di sicurezza, è un criminale e come tale va perseguito.

Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio

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