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Paganitas. novità editoriale: Il divino Giamblico.

(ASI) Segnalazioni Librarie in Redazione. Beniamino Massimo Di Dario. – Il divino Giamblico. IV secolo dell’era volgare. Se la fine dell’ecumene imperiale è ormai più che un presagio, per la totalità della cultura greco-romana – oltre che per la filosofia – sembra consumarsi il declino estremo.

 È nell’appressarsi dell’eclissi che sorge dalla Siria un astro d’eccezionale fulgore: Giamblico, salutato da coevi ed epigoni come ‘divino’ e ‘salvatore del mondo ellenico’. Ma come poteva un siriaco ‘salvare’ la sapienza greco-romana? La risposta – a prima vista paradossale – è da ricercare nella stessa filosofia greca, nel più genuino insegnamento di Platone, che aveva additato nell’allontanamento dall’Origine la causa del declino. Se per il Siriaco il punto più prossimo all’Origine è proprio la sapienza egizia e caldaica, nella sintesi delle dottrine platoniche e pitagoriche – il corso delle quali è da Giamblico mutato in modo definitivo – va ricercato il fulcro per qualunque tentativo di rialzare il ‘gigante inclinato’ dell’Occidente.

Il platonismo «ieratico» di Giamblico da un lato legittima la religione tradizionale e le sue pratiche cultuali, dall’altro le dota di un solido apparato teoretico. Probabilmente per la prima volta la religione dei Gentili viene provvista di una organica e compiuta teologia speculativa, integrando l’elemento religioso (con la corrispondente pratica rituale) all’interno della tradizione platonica. Grazie a questo poderoso tentativo, il lettore naufrago attraverso la modernità intuisce che solo costeggiando la scaturigine dell’originario è pensabile tracciare una via per il ritorno al Divino. Una simile consapevolezza ci richiama alla meditazione degli scritti giamblichei oggi, in un’età che mostra non poche analogie con i tempi del Calcidese e con il Tardo-antico in generale. Nella deriva caotica del presente, voci come quella di Giamblico possono ancora incontrare animi pre-disposti all’attenzione. A coloro che si sentono vocati, la sua dottrina, se non può segnare – perché già ardua per l’uomo antico – una via, può almeno essere viatico. Pp. 184. Edizioni di Ar, 2012. Euro 20,00

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