Ilva, Movimento 5 Stelle: “La vendita per Taranto e i lavoratori è un piatto avvelenato”

(ASI)  Roma  - «Siamo alla follia: 11 decreti che ci parlano a vanvera di tutela dell’ambiente e continuità occupazionale, e ci ritroviamo con danni ambientali non quantificati e con i lavoratori a spasso. Chi ha cucinato questo piatto avvelenato per Taranto? Un governo non solo privo di visione futura ma anche di una programmazione del presente»: è il commento dei parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Attività produttive e industria di Camera e Senato. «Noi del MoVimento 5 Stelle - spiega il deputato Davide Crippa - abbiamo insistito sin da subito con la necessità di programmare la chiusura dell’impianto e ripartire con una riconversione urgente e indifferibile. Si potrebbe progettare un polo innovativo per le energie alternative, con sperimentazioni in campo anche di sistemi di gestione accumuli; Taranto potrebbe diventare un centro per la riconversione a GNL di un grande comparto marittimo, giusto per fare alcuni esempi di possibile riconversione. E non è un libro dei sogni: la cantieristica navale è stata dimenticata dal nostro Paese. In commissione Attività produttive pochi giorni fa Fincantieri ha spiegato che la problematica maggiore per poter realizzare traghetti a GNL in Italia, è fare rifornimento. Oggi devono arrivare dei autobotti da Francia o Spagna, nonostante loro furono i primi, ormai 3 anni fa, a realizzare un traghetto a Gnl per il mercato canadese. Precisiamo che quando parliamo di Gnl non pensiamo a mega progetti infrastrutturali come i rigassificatori che tanto piacciono al Pd, ma a piccoli impianti costieri distribuiti sul territorio in modo da dare approvvigionamento al trasporto marittimo in diversi porti, con una visione programmatica in modo da non farci scappare un’opportunità industriale». Il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle Francesco Nevoli ha proposto tra l’altro un Accordo di Programma «che preveda azioni integrate tra i vari livelli istituzionali: Governo, Regione, Provincia, Comune e i soggetti coinvolti. Si tratta di uno strumento che permetterebbe non solo di salvaguardare la salute e il reddito dei lavoratori, con il reimpiego nelle operazioni di bonifica, ma anche di riconvertire questo territorio puntando su nuove economie sostenibili che creano occupazione utile. E vedrebbe il Comune parte attiva e non solo spettatore di decisioni assunte altrove».

Continua a leggere