Brasile, esplode lo scandalo dei Servizi ombra a vantaggio di Bolsonaro

(ASI) Un nuovo scandalo sembra travolgere l’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro. Nello specifico la questione riguarda alcuni 007 ombra, operanti all’interno dei servizi regolari, impegnati ad avvantaggiare politicamente l’ex primo mandatario carioca.

Bolsonaro, già dichiarato ineleggibile fino al 2030 per abuso di potere e uso distorsivo dei media a fini elettorali, respinge ogni addebito e parla di una “nuova persecuzione del governo di Lula”, un’accusa che la controparte respinge al mittente commentando: “Bolsonaro ha detto una vera sciocchezza. L'esecutivo non controlla la polizia federale e tanto meno il sistema giudiziario”.

Questo nuovo scandalo si inserisce nell’ambito dello scontro dialettico in vista delle elezioni municipali di ottobre che vedranno al voto anche San Paolo e Rio e che potrebbero dare una forte indicazione anche per vedere l’attuale forza elettorale delle parti.

Proprio in vista della prossima tornata elettorale nei giorni scorsi Bolsonaro con i figli Eduardo (deputato), Flavio (senatore) e Carlos (consigliere municipale) ha lanciato la nuova piattaforma politica Açao Conservadora (Azione conservatrice). E nelle ultime ore, dai social media ha rivolto un appello ai suoi supporter allertandoli sulla “persecuzione” in corso nei suoi confronti, e sollecitandoli “ad essere parte attiva del processo di salvataggio del Brasile”.

In merito all’inchiesta sugli 007 che avrebbero tracciato illegalmente i dati di centinaia di presunti oppositori di Bolsonaro, Carlos Bolsonaro è stato sentito dalla polizia federale a Rio, dopo il sequestro, avvenuto in una delle abitazioni e uffici a sua disposizione, di materiale ritenuto sensibile. In precedenza, gli investigatori avevano fatto irruzione nella casa e nei luoghi di lavoro dell'ex capo dell'intelligence dell'epoca Bolsonaro, l'ex direttore Alexandre Ramagem, oggi parlamentare federale per il Partito Liberale dell'ex capo di Stato.

Secondo l'inchiesta, agenti infedeli di Abin hanno usato un software di sorveglianza di fabbricazione israeliana, che tiene traccia dei dati di geolocalizzazione dei telefoni cellulari, per spiare figure tra cui i giudici della Corte suprema e l'ex portavoce della Camera bassa.

 

Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia

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