Capolavoro Bezzecchi che perde posizioni e poi vince la Sprint dell’Indonesia. Aldeguer è secondo davanti a Fernández. Buio su Marc Márquez e Bagnaia.
Sul podio da sinistra Fermín Aldeguer, Marco Bezzecchi e Raúl Fernández (foto MotoGP Press)

(ASI) MANDALIKA – “Bhinneka Tunggal Ika”. “Unità nella diversità”, motto nazionale indonesiano emblematico della Sprint di oggi. Proprio così, perché oggi a vincere sono state l’unità e la diversità di un Marco Bezzecchi che ci sta abituando a delle gare sopra ogni aspettativa e con effetto sorpresa. L’inizio gara, infatti, sembra presagire un finale diverso da quello che ci saremmo aspettati.

LA GARA FIRMATA DAL RE DEI SORPASSI

Primo in griglia, il Bez ha una partenza infelice e si ritrova in sesta posizione, perché la sua Aprilia inizia a scuotersi. A dominare quindi è Fermín Aldeguer, che tiene un grande ritmo ed è in testa per tutta la Sprint.

Quinto giro: chiusura di anteriore per Acosta, che cede la seconda posizione a Raúl Fernández, mentre il Bez, il più veloce in pista, ha lasciato dietro di sé Alex Márquez e Luca Marini ed è ora terzo.

Ottavo giro: il Bez si prende la seconda posizione su Fernández. Due secondi e tre lo separano da Aldeguer. Il Bez continua a mangiare secondi al Rookie.

Ultimo giro: in curva 1 il Bez è sulla ruota di Aldeguer, ma lo spagnolo sta facendo una grande gara e anche lui tiene il ritmo alto. Curva 10, il Bez lo supera internamente. Aldeguer va al contrattacco alla 12, ma il 72 non gli lascia passo e conquista il primo posto con una vittoria voluta e nata dal recupero e dalla determinazione.

È questa la diversità che oggi è sfrecciata sotto gli occhi di tutti, perché questo è il Bez: un ragazzo come tanti, che sta costruendo una carriera da pilota come pochi. È un ragazzo che oggi firma il nuovo record della pista a Mandalika, chiudendo con il miglior tempo le qualifiche, andando a migliorare il precedente primato fissato da Martín nel 2024, che non si accontenta, che non molla e vince.

“È stata una bella Sprint, sono molto contento. Non è stata una buona partenza - spiega Bezzecchi -ho perso diverse posizioni, ma sapevo di essere veloce. Ho perso un po’ di tempo nella rimonta e pensavo che non fosse possibile lottare per la vittoria. Onestamente, quando ho passato Fernández non credevo di poter raggiungere Aldeguer, ma dopo un paio di giri ho visto che mi avvicinavo e ci ho provato fino alla fine”.

Fino alla fine ci crede e vince con lucidità, stringendo i denti anche quando le condizioni fisiche non sono al meglio: ricordiamo che dopo la caduta a Motegi, causata dal compagno di squadra Martín, il Bez ha fatto presente di continuare ad avere dolori a gamba e schiena pure in questo fine settimana. Il Bez tiene sempre fede alla sua spontaneità: è quel ragazzo che oggi ha un asciugamano sulla testa con sopra il cappellino, quello che si fa volere bene e che ha accanto a sé suo padre, il quale gli tiene vicino il ventilatore mentre lui è in sella alla sua Aprilia. Quello che spiazza giornalisti con le sue dichiarazioni schiette tanto da sembrare a volte impulsive; ed è questa genuinità, unita alle sue indiscusse capacità tecniche e alla solidità del team Aprilia, che oggi il pensierino sul chiudere al terzo posto questo Mondiale non sembra essere una possibilità così remota per lui.

Diciamolo, questo ragazzo ha le carte in regola per dominare e continuare a crescere professionalmente. Che sia proprio il Bez a vincere anche la gara lunga di domani? Intanto oggi Marco chiude primo e, raggiunta la bandiera a scacchi, tiene la mano sul gas, mentre con l’altra fa il gesto della vittoria. Guarda la telecamera e saluta. Sale sul podio, festeggia e spruzza prosecco su Aldeguer.

Grande lavoro, dunque, in casa Aprilia che festeggia a Mandalika anche il terzo posto di un altro pilota: lo spagnolo Raúl Fernández  (Trackhouse MotoGP Team) che in questa Sprint indonesiana ottiene il suo primo podio nella MotoGP: “Sono felicissimo. Non ci sono parole per descrivere questo momento. Sono in MotoGP da oltre tre anni e devo ringraziare solo il mio team per avermi supportato sempre”.

Altro è lo scenario per i due piloti Ducati Lenovo, dove cala il buio in questa Sprint indonesiana da dimenticare. A risollevare il morale è venuto in aiuto il rookie Fermín Aldeguer (Gresini Racing), unico pilota Ducati partito in prima fila, che è riuscito a portare a casa la vittoria di un secondo posto, dopo aver dominato la gara fino all’ultimo giro, dove poi ha dovuto battagliare con un Bez davvero competitivo e agguerrito che ha avuto passo e ritmo, tanto da prendersi il primo posto, lasciando a lui il secondo: “Sicuramente dobbiamo essere contenti del risultato e di aver messo nuovamente piede sul podio. Avevo dimostrato un passo molto buono ed è stato un peccato perdere la vittoria all'ultimo giro. Domani avremo un'altra chance” - ha dichiarato Aldeguer.

I FRATELLI MÁRQUEZ E PECCO BAGNAIA

Mentre Alex Márquez (Gresini Racing), partito in terza fila davanti di due posizioni rispetto al fratello Marc, è riuscito a terminare la gara al quarto posto, non c’è stato molto da fare per Marc Márquez. Il week end non è iniziato bene per lui che, dopo le due cadute durante le libere, parte in nona posizione dietro a Quartararo e al fratello. Nella Sprint si prende anche un long lap penalty, dopo un sorpasso con contatto che manda largo Rins e rischia di farlo cadere al terzo giro. Marc perde molte posizioni. Rientra in dodicesima davanti a Miller e, sebbene sia riuscito a lasciare dietro di sé cinque piloti, chiude con un settimo posto. Mentre per Francesco Bagnaia, che ha aperto la sesta fila, riemergono tutte le criticità che sembrava aver superato nel Gran Premio in Giappone. Ultima posizione per lui.

I RISULTATI DELLA SPRINT MOTOGP

Quinto posto per J. Mir e sesto L. Marini. A seguire M. Márquez, F. Morbidelli, F. Di Giannantonio, e M. Oliveira che chiude decimo. Undicesima piazza per B. Binder. Dietro a lui J. Miller e A. Rins. Ultimo F. Bagnaia. Fuori dalla gara F. Quartararo, J. Zarco, P. Acosta, E. Bastianini e S. Chantra. Non hanno corso questa Sprint M. Viñales, causa dolore persistente alla spalla, e Jorge Martín.

Benedetta Orsini Federici – Agenzia Stampa Italia

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