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image 01 02 22 01 55Nevio Scala e il Parma, eterno amore nonostante un’amara sconfitta in Germania 

(ASI) “… a me basta di sapere che mi pensi anche un minuto perché io so accontentarmi anche di un semplice saluto. Ci vuole poco per sentirsi più vicini…”

Una domanda - figlia delle melodiche parole di Nino Buonocore - che potrebbe essersi posto anche Nevio Scala in quella notte uggiosa del 21 ottobre 1997. Magari da una camera d’albergo, forse guardando il Battistero. La vigilia è di quelle che fanno accapponare la pelle per la sfida di Champions League tra Parma e Borussia Dortmund. Le sue squadre, dolce passato ed audace presente, che si incrociano per via di un sorteggio beffardo. 

Parma ha il volto sornione di Carlo Ancelotti, ringiovanita e rinvigorita nella tattica e nell’organico. Tanzi - che ha arricchito la bacheca grazie anche alla sapienza tattica di Nevio Scala - vuole conquistare il tricolore e ben figurare nella massima competizione europea. Per cercare di vincerlo, il re della Parmalat affida la panchina al discepolo prediletto di Arrigo Sacchi, il profeta che in Emilia stappava champagne, mica latte. Parma accoglie il nuovo Adso da Melk sponsorizzato dal Guglielmo da Fusignano, ma non dimentica la durezza dei fragili e la fragilità dei duri che caratterizzano Nevio Scala. I 13.500 del Tardini applaudono e salutano con affetto uno dei protagonisti della cavalcata trionfale dei Ducali.

Il parterre è di quelli cari a Stendhal, che ai tanti talenti in campo avrebbe trovato occupazione nella sua Certosa. Da una parte Buffon, Thuram, Cannavaro, Crespo e Chiesa. Dall’altra gli ex italiani Julio Cesar, Reuter, Kohler, Paulo Sousa e Möller. L’arbitro francese Veissierè non crede ai propri occhi: non semplici calciatori, ma opere d’arte viventi da fare invidia a quelle presenti nel Louvre.

A decidere l’incontro è Hernan Crespo, El Valdanito, al minuto sessantadue. L’argentino tanto criticato durante i primi passi in serie A, sempre difeso da Carlo Ancelotti, insacca in mezza rovesciata. Gol ed esultanza con mani vicine all’orecchio, come ad indicare chi, con graffio felino, ha avuto l’ardore di spazzare via il tempo di ieri per spalancare le porte ad un roseo domani. 

Si tratterà di una mera illusione di fine autunno. Il Parma, capolista al termine del girone di andata, non si qualificherà per gli ottavi di finale. Seconda - in quell’edizione passano solo le due migliori seconde e il Parma non lo sarà - alle spalle di quel Borussia Dortmund che nella gara ritorno avrebbe restituito, con tanto di interessi, la sconfitta dell’andata. Una doppietta di Andy Möller non spazzerà via l’amore di una vita. Il C’eravamo tanto amati tra Nevio Scala e il Parma non ci sarà mai. Impossibile per chi continuerà ad amarsi in eterno.

 

 

Raffaele Garinella - Agenzia Stampa Italia

 

 

 

 

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