Sergio Leone ed il suo esoterismo, spiegato nelle scene finali del film Il Buono il Brutto e il Cattivo

leone(ASI) Il credo esoterico di Sergio Leone, grande regista italiano che ha segnato la storia del cinema con le sue trilogie del dollaro e del tempo, è spiegato e raccontato nelle scene finali della celebre pellicola de Il Buono, il Brutto e Cattivo.

Nella sequenza in questione, girata nelle località desertiche spagnole, in particolare nei pressi di Burgos, è palese l’idea della costruzione da parte del regista di un luogo simbolo che racchiude a centri concentrici con l’architettura della sfera l’ideale della morte, della guerra ed infine della pace, andando ad omaggiare le vite spezzate in giovane età.

Questa insolita location appare come un capolavoro di costruzione scenografica. Sta a rappresentare l’Eden perduto, lo scandalo della battaglia e la protesta delle vittime. Prima di arrivare al cimitero è celebre la scena dell’Estasi dell’oro, con la colonna sonora del Maestro Ennio Morricone, amico di Leone. Nel momento viene rappresentata la ricerca spasmodica del bottino da parte di uno storico e incommensurabile attore del cinema contemporaneo, il brutto, interpretato da Eli Wallach.

È durante questa brillante ripresa che il cimitero, contenente simboli rimandanti all’esoterismo, viene messa a nudo attraverso inquadrature vorticose, primi piani sulle sepolture e su ciò che per Sergio Leone andava a rappresentare una simbologia specifica e ricercata.

La grandiosa scena del Triello, lo stallo alla messicana tra Clint Eastwood, il buono, Eli Wallach, il brutto, e Lee Van Cleef, il cattivo, segue i fotogrammi del precedente momento dell’Estasi dell’oro.

Nel duello tra i tre, la telecamera cattura proprio i simboli più misteriosi ma con un significato ben chiaro. Sad Hill ("Collina Triste") è il nome del cimitero. Si può ammirare, dunque, come vengano inseriti particolari quali la colonna spezzata e l’urna, ambedue posizionati dietro i duellanti, Eastwood e Wallach. La colonna spezzata indica la morte o l’interruzione prematura di una vita di giovani uomini. L’urna, fin dalla tradizione classica, è un chiaro rimando al significato della morte e a quello della sepoltura. Con interpretazione che suggerisce il credo della vita ultraterrena.

Questi due simboli sono stati posti sul set cinematografico dagli attrezzisti, sul disegno del regista, e riportano dunque il ricordo della tragicità della guerra di secessione nordamericana, ma anche delle altre, per Sergio Leone terrificanti e prive di senso.

Il cimitero a cerchi concentrici ha una conformazione particolare ed è un riferimento al movimento universale e del firmamento, dunque lo spostamento dell’acqua intorno ad un cerchio e la gravitazione dei pianeti intorno al sole.

La disposizione dei tre avversari all’interno è quella del triangolo, iscritto nel tondo, ideale di linearismo e geometria classica. La scena sta dunque ad indicare la conquista scriteriata del denaro e la conseguente distruzione che esso procura.

Sarà infine il buono a far aprire la cassa con i 200.000 dollari al brutto. Accanto alla tomba di Arch Stenton si trova un’altra cassa, “senza nome”, contenente il bottino. Nella cassa di Stenton è depositato invece lo scheletro vero, appartenuto ad un’attrice le cui ultime volontà furono quelle di recitare anche da morta.

Trovati i dollari, il brutto si compiace, ma il buono ha preparato un bell’occhiello per l’impiccagione di Eli Wallach, amico e nemico del Biondo (buono), il personaggio senza nome della trilogia del dollaro (Clint Eastwood).

Alla fine i due si salveranno, senza tralasciare un epiteto simpatico che si scambiano proprio nelle battute finali dell’epico film. Clint Eastwood il buono, si allontana a cavallo, Eli Wallach, il brutto grida: “Biondo, lo sai di chi sei figlio tu?”

 

Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia

 

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