Solidarietà. Pacifici (Aiutiamoli a Vivere): Come curiamo i bambini in Bielorussia e nel mondo

aitiamoliavivere(ASI) La Fondazione nasce spontaneamente nel 1991 a seguito del disastro nucleare di Chernobyl nel 1986. Il fondatore, il Dr. Fabrizio Pacifici, venne a contatto con queste famiglie in difficoltà colpite dal disastro nucleare. Si decise di fare qualcosa per le persone che stavano scomparendo.

Un gruppo di frati e Padre Vincenzo Bella si appellarono al Dr. Pacifici. Ben 18 famiglie ternane si dissero disposte ad aiutare questi bambini, per curarli e portarli via da questi luoghi “radioattivi”.

In quel lontano 1991 fu presa la decisione di costituire la Fondazione “Aiutiamoli a Vivere”, pienamente attiva a partire dal 1992 e oggi di importanza internazionale. Le famiglie italiane cominciarono a contribuire in modo significativo arrivando a salvare ben 600.000 bambini in 30 anni. La Fondazione è riuscita ad aiutarli grazie alle sue 650 sedi sparse in tutta Italia.

pacificiQuesto straordinario movimento ha alle spalle il sistema-famiglia, si fa rete di adozione internazionale e lavora sul sociale per aiutare i bambini che soffrono. La realtà è nata a Terni, cresciuta sino a diventare organizzazione non-governativa riconsciuta dall’ONU.

In Bielorussia, la fondazione ha costruito un reparto di pediatria per aiutare i bambini, dando un contributo gratuito e volontario. Si cerca inoltre di orientare i ragazzi alla non violenza e al rispetto, a fare del bene, laddove la chiamata cristiana si unisce alla cooperazione per il sociale. L'obiettivo è lavorare per educare i giovani ed aiutarli nei propri percorsi.

In questi anni, la fondazione ha visto crescere i bambini che ha aiutato. Ed è stato questo "il dono più bello". Si cercherà di lavorare ancora in Bielorussia, secondo quanto riferisce il Dr. Pacifici, aiutando gli orfani, anche se l’emergenza coronavirus ha rallentato tutto. La fondazione è inoltre attiva anche in Palestina e in alcuni Paesi dell'Africa.

Altra opera preziosa della fondazione è la costruzione di centri di recupero per i bambini nati con malformazioni genetiche a causa della radioattività, ancora molto alta nelle zone bielorusse più colpite. Il lavoro a favore del territorio è svolto da alcune famiglie che si autotassano e autofinanziano per l’aiuto verso i più deboli. “C’è un mondo nuovo dove regna il rispetto dell’altro, dove regna l’amore verso chi ha più bisogno, questo può far davvero bene”, conclude il Dr. Pacifici ai nostri microfoni.

 

 

Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia

 

 

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