Angelus di Papa Francesco in Messico

(ASI) Ecatepec - Da Cuba il Pontefice è volato in Messico. Come di consueto, al termine della messa domenicale, si è soffermato con i fedeli durante la recita dell’Angelus. Ricordando Mosè, citato nella prima lettura del giorno, ha posto l'attenzione sul “Ricordare", riportare al cuore le proprie origini, il passato, non come nostalgia depressiva, ma come una dignità che ci ha portato nel presente, da non negare. Come Mosè, anche tutti i fedeli dovrebbero essere capaci di far memoria delle situazioni difficili attraverso le quali è dovuto passare.
Questo ci aiuta a celebrare quanto è buono il Signore con noi e ci spinge a presentare le primizie delle nostre culture, dei nostri sogni e dei nostri figli.
"A questi diamo in eredità non solo una terra, una lingua, una cultura, una tradizione, ma il frutto vivo della fede che ricorda il passaggio sicuro di Dio per questa terra".
Il Pontefice ha ricordato le parole del beato Paolo VI, rivolte al popolo messicano in cui esortava tutti a migliorare la situazione di quelli che soffrono nell’indigenza. Bergoglio ha poi invitato a stare "in prima linea in tutte le iniziative che possono aiutare per fare di questa terra una terra di opportunità, dove non ci sia più bisogno di emigrare, dove non ci sia bisogno di essere sfruttati per lavorare, dove non ci sia bisogno di fare della disperazione e della povertà, l'opportunità di pochi".
Al termine, il Papa ha invocato la Madonna di Guadalupe che aiuti il popolo messicano a testimoniare la fede, la giustizia, l'amore verso i poveri e verso tutti i suoi figli.

Ilaria Delicati - Agenzia Stampa Italia

 

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