Il Sinodo e la cibofobia.

(ASI) "Non riduciamo gli orizzonti di questo Sinodo:ci sono altri temi oltre la Comunione ai divorziati risposati". Queste le parole di Papa Francesco durante la prima tranche di discussioni che hanno caratterizzato la terza giornata dell'Assemblea.

Vari i temi trattati, dalla migrazione alle famiglie segnate dalla povertà, dalla violenza in famiglia a quella sulle donne, dalla poligamia in Africa al problema dei non battezzati.
Tutti i padri sinodali hanno sottolineato come bisogna trovare nella Chiesa un linguaggio nuovo. Il cardinale Schönborn, arcivescovo di Vienna, ha affermato:"Conciliare fedeltà, verità e carità. Bisogna fare passi avanti sulla via della misericordia". È stato anche detto che gli omosessuali sono fratelli e figli che vanno rispettati e non vanno trattati da outsider. Un vescovo africano ha argomentato ricordando che, andando in carcere, abbraccia ed incontra molte persone, ma non per questo approva quello che fanno. Lo stesso si può adottare nei confronti degli omosessuali, senza paura di essere accusato di omofobia. Il vescovo ha suscitato l'ilarità dei padri sinodali, compreso il Papa, quando ha affermato:"Se non mi piace qualche cibo forse rischio di finire sotto processo per cibofobia?". Simpatica e significativa sintesi del presule africano.
Interessante l'intervento del vescovo Durocher, Presidente della Conferenza Episcopale del Canada, che ha ribadito come la Chiesa non deve diventare un circolo chiuso o una setta. Ma come rimanere fedeli a Gesù Cristo e dialogare con il mondo in cui oggi viviamo?
Due sposi hanno oggi portato la loro testimonianza in aula, Maria Lucia e Marco Matassoni, genitori di quattro figli e membri della Commissione per la Pastorale Familiare nell'Arcidiocesi di Trento. I due coniugi hanno posto l'attenzione su come sia fondamentale la collaborazione tra famiglie, ma anche tra famiglie e consacrati.
Per una famiglia in crisi trovare in parrocchia una famiglia pronta ad ascoltarla o ad accompagnarla è fondamentale.
In questa terza giornata del Sinodo si è parlato del dramma di tante famiglie cristiane che hanno dovuto lasciare la Siria e l'Iraq per la guerra e le persecuzioni dell'Isis. Erano presenti in Piazza San Pietro alcune famiglie di rifugiati iracheni, che il Papa ha salutato calorosamente. Il Santo Padre ha sottolineato la sofferenza di molte famiglie che si sono dovute separare e non sanno se potranno un giorno riabbracciarsi.
Monsignor Masciarelli, uscendo dall'assemblea per una pausa, ha precisato come il clima che si respira al Sinodo sia proprio quello familiare, dato che, infatti, la famiglia è maestra di comunione, dialogo e vita.


Ilaria Delicati - Agenzia Stampa Italia

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