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Rai. Finocchiaro (Pd): Schifani abbandona imparzialità e influenza votazioni

(ASI) "Spiace constatare che in un momento tanto difficile per il Paese, proprio quando nella Camera alta dovrebbe regnare il più alto senso delle Istituzioni democratiche, la seconda carica dello Stato abbia abbandonato la sua imparzialità e autonomia influenzando con le sue scelte gli esiti delle votazioni di un'importante commissione bicamerale di garanzia, quale è la Vigilanza Rai". Lo dichiara la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro in relazione alla decisione di Schifani di sostituire il senatore Paolo Amato con Pasquale Viespoli in Vigilanza Rai.

Della stessa opinione anche il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda che dichiara a riguardo: "Abbiamo ascoltato una modalità tutta nuova di interpretare il regolamento, una modalità più da giocoliere che da interprete del diritto. Schifani ha citato alcune norme e ne ha omesse altre. Ad esempio nel menzionare le regole che sovrintendono all'intervento del Presidente sulla commissione di Vigilanza, Schifani ha omesso di ricordare che il Regolamento dispone la sostituzione dei suoi membri solo in tre ipotesi: dimissioni, incarico di governo o cessazione per mandato elettorale. Nel caso del senatore Amato nessuna di queste circostanze si è verificata. Il senatore Amato - ribadisce Zanda - non si è dimesso. È accaduto altro. E Schifani doveva spiegare perchè la sostituzione del senatore Amato, non dimissionario, è stata disposta d'autorità, in un'ora, mentre il seggio elettorale era aperto. Il senatore Amato ha annunciato il suo voto per la dott.ssa Nardelli; dopo venti minuti il senatore Viespoli ha sollecitato la ricomposizione della Commissione di Vigilanza; Schifani ha immediatamente scritto a Gasparri chiedendo il nome del senatore 'da cedere' a Coesione nazionale e Gasparri ha subito indicato Amato che aveva da poco espresso un voto non corrispondente alle sue direttive. Passano ancora pochi minuti e Schifani dispone la sostituzione. Una modalità, questa - continua Zanda - che esula dalla terzietà che la seconda carica dello Stato dovrebbe e sostiene di esercitare ma non lo fa e dai suoi connessi doveri di prudenza e ragionevolezza. Schifani ha perso credibilità. Anche ammettendo emendamenti inammissibili sul Senato Federale e sul semipresidenzialismo e asseconda l'interesse non di Berlusconi leader politico cui Schifani deve tutto, ma di Berlusconi come impresario televisivo, già ben sostenuto dalla Legge Gasparri e dall'occupazione della Rai".

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