(ASI) - Nella giornata di ieri il governo ha presentato in Senato un disegno di legge che introduce un salario minimo legale per i lavoratori dipendenti. La misura, accolta come una svolta da una parte della maggioranza, ha innescato subito forti tensioni sia dentro la stessa coalizione di centrodestra sia tra i partiti di opposizione.
Il provvedimento fissa una soglia di riferimento a 9 euro lordi l’ora, in linea con alcune proposte avanzate in passato da forze progressiste e sindacati. L’esecutivo ha motivato la scelta sottolineando la necessità di tutelare i lavoratori nei settori più esposti a fenomeni di sfruttamento e contratti precari. Il ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone, si riferisce al provvedimento, come uno strumento necessario a garantire l’equità retributiva dei lavoratori.
Alcuni esponenti della Lega hanno esposto le proprie titubanze, sostenendo che l’introduzione di una soglia rigida rischi di penalizzare le piccole imprese, specie nel settore agricolo e nei servizi. Fratelli d’Italia, difendendo il testo di legge ha cercato di smorzare i toni, invitando a un confronto aperto con le categorie produttive. Forza Italia invece, ha chiesto modifiche significative, in particolare sul rapporto tra salario minimo e la parte relativa alla contrattazione collettiva.
All’opposizione il Partito Democratico ha rivendicato la paternità politica della misura, accusando la maggioranza di aver “scoperto all’improvviso” un tema che fino a pochi mesi fa veniva respinto come dannoso per il mercato del lavoro. Il Movimento 5 Stelle ha salutato favorevolmente la proposta, ma tuttavia parlando in termini di un “provvedimento tardivo”. Alleanza Verdi e Sinistra hanno insistito sul fatto che la soglia di 9 euro sia solo un punto di partenza e che occorra spingersi oltre, verso una riforma complessiva dei contratti precari.
Il confronto, tuttavia, non si limita al piano politico. Le associazioni dei datori di lavoro, hanno espresso preoccupazioni per l’aumento dei costi a carico delle imprese, soprattutto in un contesto di crescita economica debole; mentre i sindacati, al contrario, hanno accolto positivamente la proposta, pur segnalando il rischio che le deroghe possano vanificarne l’efficacia.
Carlo Armanni - Agenzia Stampa Italia


