(ASI) "Mentre Meloni, per ricevere un po' di incoraggiamento, è costretta ad andare al congresso di Calenda, il quale non sostiene il governo ma genialmente decide di collocarsi all'opposizione dell'opposizione, su tutti i temi principali divampa lo scontro tra i due sue alleati su cui si regge la maggioranza, Lega e Forza Italia.
Il governo è fermo, come l'economia italiana ormai, e anche gli osservatori che con più convinzione hanno sostenuto Meloni devono riconoscere che, al giro di boa della legislatura, non c'è una sola vera riforma per quale il suo esecutivo possa essere ricordato. Anche il presunto fiore all'occhiello della politica estera è precocemente sbiadito: la premier, che avrebbe dovuto fare da ponte con Trump, non è stata ancora neppure invitata alla Casa Bianca, a differenza di altri leader europei, mentre la Commissione von der Leyen-Fitto, quella nella quale secondo Meloni l'Italia aveva ottenuto un ruolo mai prima raggiunto, viene attaccata quotidianamente dal secondo partito della coalizione".
Così in una nota Alfredo D'Attorre, componente nella segreteria nazionale del Pd.