Venti di Guerra,  nostri militari nel Mar Rosso: come reagiranno gli italiani alla leva obbligatoria?

(ASI)«La guerra con la Russia è reale: l’Unione Europea deve armarsi e la Nato si prepari». Dopo 'La chiamata alle armi' di Macron contro la Russia  arriva ora anche la dichiarazione del Presidente della Polonia, Tusk che toglie ogni dubbio sulla determinazione europea di entrare in conflitto diretto con la Russia.

I fronti di guerra si sono ampliati notevolmente a due anni di distanza dall'inizio della 'Operazione Militare Speciale' (come definita dalla Russia) iniziata dall'Armata Rossa ai confini orientali dell'Ucriana. Al sempre latente conflitto tra Libano-Siria e Israele si è aggiunto dall'8 ottobre 2023 il confitto Israelo-Palestinese, i cui sviluppi  si vedono oggi nelle operazioni miltiari dell'Occidente nel Mar Rosso contro gli Yemeniti, che hanno preso le difese della martoriata popolazione palestinese di Gaza.  Il governo italiano, Crosetto-Meloni, nonostante l'opposizione della stragrande maggioranza degli italiani (come dimostrato dai sondaggi), che sono contrari alla guerra, ha deciso di mandare navi militari  nel Mar Rosso; e, da ieri gli ammiragli  italiani hanno assunto il comando delle operazioni. Sempre più insistentemente, da più parti politiche si parla della possibilità/necessità di ripristinare la leva obbligatoria. Questo significherebbe mettere l'uniforme militare a migliaia di giovani connazionali che sono immotivati, impreparati, oltre che fortemente contrari a certe forme di costrizione e limitazione delle libertà. La domanda è: se il progetto di reclutamento diventa legge dello Stato, è prevedibile un fuggi, fuggi generale (come accade in Ucraina). Infine, tutti gli arruolati come si comportebbero in campo di battaglia? Sono tutte domande che i genitori dovrebbero rivolgere al governo Crosetto-Meloni. 

 

 

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