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(ASI) Nel pomeriggio del 14 settembre, mentre in aula di Montecitorio veniva approvata la manovra economica da 54 miliardi d'euro, fuori dal palazzo si scatenava la rabbia dei contestatori.

Non appena la notizia dell'approvazione è giunta ai manifestanti, radunatisi in piazza Montecitorio per contestare i contenuti della manovra, gli animi si sono accesi. Un grido all'indirizzo del governo - "dimissioni" - ha accompagnato i lanci continui di fumogeni, petardi e altri oggetti verso l'edificio del parlamento. Le forze dell'ordine sono state obbligate ad effettuare più di una carica per disperdere i manifestanti e ristabilire la calma. Poco prima che avvenissero i tafferugli, momenti di tensione si erano respirati quando il ministro delle Politiche Europee, Andrea Ronchi, aveva deciso di fronteggiare un gruppo di contestatori che lo avevano insultato.

Con l'approvazione della manovra, i rincari saranno immediati per il ritocco dell'aliquota dal 20% al 21%, la cui attuazione sarà immediata. Altro motivo del contendere - l'articolo 8, che prevede maggiori possibilità di licenziamento da parte delle aziende - verrà modificato "quando le parti sociali saranno tutte d'accordo", ha commentato a caldo il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.

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