Lavoro: PD a Di Maio, solo un arretramento, altro che tutele per riders

(ASI) “Buongiorno, principino. Di Maio si è accorto ora dell’urgenza di intervenire sui riders e ci comunica via Facebook che questi lavoratori meritano tutele. Per la verità, meritavano anzitutto di essere ascoltati. E invece dopo il primo incontro di propaganda, oltre un anno fa, il vice Premier s’è preso paura per l’addio di Foodora e ha giocato a nascondersi.

 

Aveva annunciato norme nel decreto dignità, e niente. Poi nel Reddito di cittadinanza, e nulla. Infine, nel ddl sul salario minimo, che dopo il diktat Salvini ha preferito accantonare. Ora annuncia un decreto ad hoc, con norme deludenti e controproducenti, frutto dell’ennesimo compromesso al ribasso con la Lega, che come sempre ricade sui lavoratori.

Manca la paga oraria e non c’è l’aggancio ai contratti nazionali. Non c’è il divieto di cottimo e anzi si legittima. Mancano i contributi e si produce un danno futuro a questi lavoratori, spesso giovani. Di Maio, di fatto istituzionalizza il modello di business di quelle piattaforme che sfruttano il lavoro, per le quali non sono nemmeno previste sanzioni.

Altro che tutele per i riders, si tratta di un arretramento rispetto alle pronunce più avanzate della giurisprudenza e al lavoro fatto dalle amministrazioni locali e regionali, del Pd e del centrosinistra, a partire dalla Carta di Bologna, dalla legge regionale del Lazio, dalle nostre proposte di legge e da quelle di iniziativa regionale di Piemonte, Umbria ed Emilia Romagna che arrivate in Parlamento.

Sui diritti per i lavoratori delle piattaforme digitali noi ci siamo da tempo. Da prima di te, caro Di Maio. Hai paura di Salvini, non vuoi ascoltare noi? Ascolta i lavoratori, per una volta”.

 Così su Facebook Giuseppe Provenzano, responsabile Lavoro del PD.

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