(ASI) «La rassegna delle dimissioni da parte della governatrice dell’Umbria non è un gesto di responsabilità, così come affermato dal capogruppo del PD Zingaretti, ma una scelta obbligata, considerata la gravità dell’inchiesta, che seppur ad uno stadio preliminare, ha già dato modo di vedere molti retroscena discutibili in ordine al metodo e al merito. E la ex Presidente non sembra al momento per niente estranea ai fatti, pertanto una sua ostinata permanenza alla guida della Regione sarebbe sembrata quantomeno irragionevole, se non inammissibile».

 

Marco Sciamanna, Presidente del Popolo della Famiglia Umbria, commenta così la notizia delle dimissioni della Marini e si unisce alle voci di chi richiama le elezioni anticipate per la guida della Regione.

«Anni di dominio e predominio del centro sinistra nella nostra Regione, forzature ideologiche e prepotenze da maggioranza che nulla hanno avuto a che fare con il bisogni reali dei cittadini, hanno portato ad un generale degrado, di ci gli ultimi eventi sono solo una naturale conclusione. Ci riferiamo, per esempio, al definitivo via libera della somministrazione della RU486 in regime di Day hospital e alla “legge regionale contro l’omofobia” che ha subito aperto al tentativo di indagare il rapporto che i giovani hanno con la “diversità” tramite il questionario elaborato dall’Università degli Studi di Perugia e diffuso in molte scuole umbre», ha continuato Sciamanna.

«Per questo il Popolo della Famiglia sarà presente alle prossime elezioni regionali, per portare avanti le battaglie per le quali è richiesto impegno e determinazione, leggi da abrogare ed un bene comune da ricostruire, mettendo da parte le smanie di arrivismo e di calcolo politico che hanno evidentemente caratterizzato la Giunta a guida Marini», ha concluso Marco Sciamanna, rimarcando, ancora una volta, come sia necessario che i cattolici tornino ad essere determinanti nella politica nazionale, come in quella locale.

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