(ASI) “A un anno dalla storica approvazione della legge nazionale. Sono necessari i decreti attuativi per l’agricoltura sociale, che potrà far sviluppare un nuovo modello di welfare con l’agricoltura protagonista di progetti imprenditoriali dedicati esplicitamente ai soggetti piu’ vulnerabili che devono fare i conti con la cronica carenza dei servizi alla persona”.                                                                                  E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “occorre definire e approvare i decreti attuativi per avere un quadro omogeneo sul territorio nazionale e consentire le necessarie sinergie di intervento con i Piani di Sviluppo Rurale approvati dalle Regioni”. Ad attendere il via libera – sottolinea la Coldiretti - sono oggi oltre mille imprese agricole e cooperative, attorno alla quale gravitano migliaia di rifugiati, detenuti, disabili, tossicodipendenti. Lungo tutta la Penisola, nelle aree rurali come in quelle periurbane - sottolinea la Coldiretti - stanno nascendo esperienze molto diversificate di agricoltura sociale che vanno dal recupero e reinserimento lavorativo di soggetti con problemi di dipendenza (droga e alcool in particolare) all’agricoltura terapeutica (ortoterapia, ippoterapia ecc.), con disabili fisici e psichici di diversa gravità, ma anche il reinserimento sociale e lavorativo di persone emarginate (minori a rischio, disoccupati di lunga durata, ecc.) e l’attività agricola volta al miglioramento del benessere e della socialità (agriasilo, ospitalità per gli anziani, orti sociali, ecc.). Questa diversificazione – precisa la Coldiretti - si palesa con l'innesto di pratiche di agricoltura sociale nelle diverse tipologie di coltivazioni, di allevamenti e di attività di servizio: agriturismo, ristorazione, punti vendita aziendali, fattorie didattiche. Una svolta epocale – conclude la Coldiretti - con la quale si riconosce che nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura non c’è solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona”.

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