(ASI) “L’attentato di Nizza conferma che l’Occidente alleva serpi in seno. La strage di Parigi è stata fatta da terroristi islamici appartenenti all’Isis nati e cresciuti in Francia e in Belgio. L’attentatore di Nizza è un franco tunisino, che ha agito senza la copertura dell’Isis, almeno a quanto risulta finora. Il suo è stato un gesto individuale. Questo significa che non è sufficiente che l'Occidente intervenga militarmente contro lo Stato Islamico, con tutte le contraddizioni legate alla vendita di armi e ai flussi finanziari che clamorosamente lo coinvolgono, ma che occorre dichiarare analoga guerra al nemico interno, l'integralismo islamico, manifesto o strisciante. La società 'aperta' delle democrazie occidentali che, per sedicente natura, si rifiuta di contrastarlo rischia con il suo buonismo di diventarne complice.
Alla luce di quanto è successo a Nizza, l’introduzione del reato di integralismo islamico dev’essere quanto prima inserito nel nostro ordinamento giuridico. Chi viene in Europa e in Italia, o vi nasce come gli islamici di seconda e terza generazione, deve condividere e rispettare i nostri valori irrinunciabili, quelli che suonano come grandi conquiste sociali e segnano la civiltà del diritto e della libertà. Chi non intende farlo deve essere rispedito a casa propria o perseguito". È quanto dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli
ASI precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un'intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell'autore e/o dell'intervistato che ci ha fornito il contenuto. L'intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull'argomento trattato, il giornale ASI è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d'interpretazione