(ASI)  Parma - "Nel 2014 la piena del Baganza causo milioni di euro di danni a Parma. Nei giorni successivi scoppiò la polemica sulla corretta gestione del sistema d’allerta – anche noi chiedemmo i chiarimenti del caso -  e la Procura aprì un’indagine.
Oggi veniamo a sapere che il sindaco Pizzarotti, il comandante della Polizia municipale Noè e alcuni tecnici sono indagati per disastro colposo proprio in riferimento all’alluvione. Magari con una maggiore attenzione si sarebbero potuti limitare i danni della piena… Non vogliamo entrare nel merito della vicenda e dare giudizi che competono alla Magistratura, ma riteniamo che un sindaco che aveva fatto della trasparenza il suo vessillo (presto riposto in un cassetto) debba spiegare alla città la sua posizione, invece di starsene in Cina come se nulla fosse. Fermo restando che noi siamo garantisti e che Pizzarotti (come qualsiasi altra persona) è innocente fino al terzo grado di giudizio, vorremmo ricordare al sindaco che quando erano altri ad essere indagati lui ne chiedeva le dimissioni gridando sotto i portici del Comune. Perché oggi non fa la stessa cosa? Ora si lasci lavorare la magistratura in pace e si torni a parlare di Parma e dei suoi problemi: la città ha bisogno di essere amministrata". Così Francesca Gambarini, capogruppo di Forza Italia al Consiglio comunale di Fidenza (Pr), commenta la notizia dell'indagine per disastro colposo in relazione all'alluvione che colpì Parma nel 2014.

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